STATI GENERALI

Patuanelli: “Rete unica Tlc subito. Non si può aspettare il 2023”

Il ministro dello Sviluppo economico rilancia sull’infrastruttura nazionale in fibra. “Necessario consentire a cittadini e imprese l’accesso rapido ai servizi digitali”

Pubblicato il 18 Giu 2020

stefano-patuanelli

C’è bisogno di una rete unica nazionale che consenta a cittadini e imprese l’accesso rapido ai servizi digitali”: il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli rilancia nuovamente sulla rete unica nazionale. “Non possiamo pensare di arrivare al 2023 per realizzare il piano della banda ultra larga”, ha detto in occasione degli Stati Generali.

Il ministro accende anche i riflettori su Industria 4.0 facendo riferimento al nuovo Piano industria 4.0 plus annunciato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e indicato, insieme con il Piano fibra nazionale e quello dedicato ai pagamenti cashless fra i tre pilastri della Fase 3. “Puntiamo a grandi investimenti nelle tecnologie di frontiera: intelligenza artificiale, blockchain, cloud computing – ha sottolineato Patuanelli -. Abbiamo bisogno di investimenti e vogliamo accompagnare le imprese per una produzione sostenibili”. Dal Governo anche l’impegno per “rafforzare la capacità anche nelle piccole imprese di innovare e il sistema delle startup“.

Alcune delle misure, in particolare quelle legate a Industria 4.0 nonché ulteriori agevolazioni per accelerare i cantieri ultrabroadband potrebbero essere messe nero su bianco nel Decreto Semplificazione. “Gli uffici ci stanno lavorando e ci aggiorniamo costantemente, i passaggi dovrebbero completarsi questa settimana e mi piacerebbe portarlo già settimana prossima in Consiglio dei ministri”, annuncia Conte.

Riguardo alla rete unica di Tlc sulla strada restano gli “attriti” fra Tim e Open Fiber. Peraltro Enel, azionista al 50% di OF (il restante 50% è in capo a Cdp) ha ricevuto un’offerta non vincolante dal fondo Macquaire per l’acquisizione del 50% del capitale di Open Fiber. E in quanto ai fondi, Kkr sta lavorando al progetto FiberCop con Tim. Il fondo americano, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe interessato anche a una partecipazione di minoranza – tra il 20% e il 25% – nella società guidata da Elisabetta Ripa.

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