L’Italia fa slittare di due anni l’impiego di 1,1 miliardi stanziati per il piano banda ultralarga. Come scrive Il Sole 24 Ore, la decisione è contenuta nella delibera Cipe pubblicata in Gazzetta il 2 settembre.
Si tratta di risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 riprogrammate per essere utilizzate per interventi economici di emergenza causati dall’epidemia.
Allo stato per il Piano Bul, nel 2020, restano solo 500 milioni rispetto ai 1,6 miliardi previsti. Gli 1, 1 miliardi stornati verranno così “restituiti”: 500 milioni nel 2022, 400 milioni nel 2023 e 200 milioni nel 2024.
A rischiare sono soprattutto i bandi per le aree grigie che con questa rimodulazione rischiano di non vedere la luce nemmeno quest’anno. Le aree grigie sono aree in cui è presente o verrà sviluppata una rete ultrabroadband da parte di un solo operatore privato, prevalentemente collocate nelle aree periferiche urbane e nei distretti industriali.
Secondo il quotidiano la rimodulazione va letta anche alla luce delle ultime novità in fatto di rete unica: “Questo slittamento – si legge – sembra adattarsi perfettamente alla necessità di prendere tempo per la costituzione (che richiede almeno un anno) delle rete unica Tim-Open Fiber con veicolo AccessCo”.
Viene così evitato il rischio di varare bandi, tra il 2020 e il 2021, senza che sia chiaro chi sarà il soggetto deputato ad usare le risorse.