BANDA UTRALARGA

Piano Italia a 1 Giga, il governo va avanti: “A lavoro su una norma per rispettare target Pnrr”

La disposizione, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, consentirebbe “ai beneficiari dei contributi pubblici di adempiere agli obblighi previsti dalle convenzioni in essere, anche attraverso variazione delle unità abitative collegate”. Interrogazione Pd a Urso e Giorgetti: “Chiarire ritardi di Open Fiber”

Pubblicato il 22 Mar 2024

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Il governo va avanti sul Piano Italia a 1 Giga. Per mantenere l’impegno preso con il Pnrr, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, “è intenzione del governo presentare una disposizione normativa che consenta ai beneficiari dei contributi pubblici di adempiere agli obblighi previsti dalle convenzioni in essere, anche attraverso variazione delle unità abitative collegate. Ciò mantenendo inalterato il termine finale di realizzazione dell’opera, il numero totale delle abitazioni collegate e l’ammontare complessivo dell’investimento”.

L’intervento, spiegano sempre le stesse fonti, tiene conto “della preminente esigenza di assicurare la tempestiva realizzazione degli investimenti e di garantire una copertura omogenea su tutto il territorio, senza però rinunciare agli impegni connessi all’attuazione del Pnrr e alla piena realizzazione delle politiche di sviluppo delle infrastrutture digitali”.

L’interrogazione del Pd

Sul tema banda ultralarga intanto i deputati del Pd hanno presentato un’interrogazione a ministri Urso e Giorgetti sui ritardi in capo a Open Fiber. Nell’interrogazione firmata da Nicola Zingaretti insieme ai dem in Commissione Trasporti Andrea Casu, Anthony Barbagallo, Valentina Ghio, Ouidad Bakkali, e Roberto Morassut, si evidenzia il rischio di vanificare “l’investimento strategico previsto dal Pnrr”.

“La realizzazione della Fiber to the home (Ftth) è uno dei piani portanti della digitalizzazione dell’Italia da raggiungere tramite il Pnrr. Per raggiungere gli obiettivi relativi alle aree grigie (non totalmente a mercato) sono state finanziati interventi tramite Infratel con OpenFiber e Tim – si legge nel testo – La situazione è delicatissima e grande è l’allerta per le continue notizie riguardanti l’incapacità di OpenFiber di raggiungere gli obiettivi”.

Per  Zingaretti “si rilevano forti criticità che mettono seriamente a rischio un investimento strategico per il paese previsto dal Pnrr. I maggiori ritardi in termini di avanzamento dell’investimento  – si legge nell’interrogazione – si registrano in Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna e Valle d’Aosta. È inoltre molto grave – sottolinea infine il democratico – che vi sia difficoltà a reperire un quadro certo e veritiero della situazione: i ministri Giorgetti e Urso hanno il dovere di riferire in parlamento”.

L’allarme aree grigie

Lo scorso mese Open Fiber ha lanciato lallarme sulla timeline delle aree grigie, ossia sulla deadline 2026 dirimente per ottenere i fondi legati al piano di recovery dell’Europa e nel caso specifico 1,8 miliardi.

Secondo Open Fiber ci sarebbe una forte incongruenza fra la ricognizione su “carta” e quella sul campo e per raggiungere tutti gli edifici sarebbe necessario almeno un anno in più poiché per raggiungere gli obiettivi sarebbero necessari 20mila km di rete aggiuntiva rispetto ai 60mila messi nero su bianco nel bando. Per uscire dall’impasse bisognerà dunque trovare una soluzione. E la carenza di forza lavoro impiegabile nei cantieri si aggiunge come un macigno sull’andamento della roadmap.

La questione dell’infrastrutturazione fa il paio con quella del take up che è stata già dirimente nell’ambito del piano aree bianche – un piano è bene ricordare che ha fatto acqua da tutte le parti: al posto di prevedere la posa della fibra in reale modalità Ftth si è optato per una distanza dai siti che comporta il successivo completamento dell’infrastruttura sulla base della domanda, quindi ulteriori opere da effettuare. La valutazione di profittabilità dell’intervento infrastrutturale mancante da parte dell’operatore retail necessita di un certo volume di clienti potenziali per decidere di affrontare il rischio di investimento. E dunque spesso e volentieri le reti restano spente, paradossalmente anche a fronte della domanda.

Infratel incontra le Regioni

Al via mercoledì 27 marzo a Firenze “Infratel incontra le Regioni: Libertà e democrazia digitale nell’era delle infrastrutture, dei servizi e della connettività”, l’iniziativa organizzata da Infratel Italia, sotto l’egida del Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e in collaborazione con Anie Sit, l’associazione che, all’interno di Federazione Anie, rappresenta le aziende che si occupano di progettazione e realizzazione di infrastrutture tecnologiche.

Infratel Italia, soggetto attuatore della Strategia Nazionale per la Banda Ultralarga, lancia una serie di nuove iniziative che coinvolgeranno varie Regioni.

“Abbiamo deciso di promuovere questo percorso perché siamo fortemente convinti che la libertà digitale sia il diritto fondamentale di ogni individuo di accedere, utilizzare e contribuire al mondo digitale senza restrizioni – spiega Pietro Piccinetti, Ad di Infratel Italia –  Il nostro obiettivo è garantire che internet e le tecnologie digitali rimangano aperte, libere e accessibili a tutti. La libertà digitale è un pilastro essenziale della democrazia, poiché consente la libera circolazione delle idee, la partecipazione civile e l’espressione della diversità culturale”.

Le prime tappe

Le prime tappe di “Infratel incontra le Regioni” saranno la Toscana, la Liguria e la Lombardia e hanno come obiettivo il coinvolgimento di istituzioni locali, operatori del settore e comunità locali per sensibilizzare gli enti, tecnici e istituzionali, e dare impulso ai cantieri legati alle infrastrutture di telecomunicazione. Il rispetto dei piani previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è fondamentale per abbattere il digital divide e migliorare la connettività nelle aree del Paese, fattore abilitante in settori vitali come il lavoro, la scuola, la salute.

“Gli incontri in programma in Toscana, Liguria e Lombardia – puntualizza Luigi Piergiovanni, Presidente Anie Sit – sono finalizzati a sensibilizzare le istituzioni e i governi di quei territori affinché sia possibile riprodurre il modello virtuoso che la Regione Sardegna ha fatto proprio, consentendo di accelerare il processo di digitalizzazione ormai non più procrastinabile. Solo così – conclude Piergiovanni – sarà possibile colmare il divario digitale e il gap di innovazione che ancora caratterizza il nostro Paese e rendere l’Italia un paese moderno e al passo con il resto d’Europa”.

“Il Dtdsegue con estrema attenzione l’evolversi della fondamentale e complessa attività che Infratel sta portando avanti per garantire l’attuazione del PNRR per quanto riguarda le telecomunicazioni. Questo sforzo è finalizzato a realizzare la trasformazione digitale, che rappresenta lo strumento primario per portare l’Italia nel futuro”, conclude Marco Ambrosini, Chief Innovation Officer del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio.

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