La roadmap della banda ultralarga fissa e mobile in Italia rischia grosso. E sono due le principali criticità sul cammino del Pnrr. La prima riguarda l’infrastrutturazione in fibra e in particolare le misure contenute nel Ddl Concorrenza.
A denunciare “perplessità” sulle modalità operative previste per l’avvio dei cantieri è Tim che in una memoria inviata alla commissione Industria del Senato accende i riflettori in particolare sull’articolo 20 del disegno di legge, che introduce l’obbligo di coordinamento per le opere di genio civile (eseguite direttamente o indirettamente) – ad oggi prevista come facoltativa – tra gli operatori che intendano realizzare reti nelle stesse aree. “L’obbligo di coordinamento appare in contrasto con l’obiettivo primario di sviluppare rapidamente le infrastrutture a banda ultralarga nel nostro Paese, basato su dinamiche concorrenziali e sulle capacità competitive di realizzazione di tali infrastrutture da parte dei diversi soggetti interessati”, si legge nella memoria. Secondo Tim l’esercizio l’opzione “è oggi nella discrezionalità delle imprese che, naturalmente, hanno tutto l’interesse ad avvalersi del coordinamento quando ciò risulti un beneficio in termini di tempi e costi di realizzazione. Diversamente le imprese sono, libere di non esercitare questa facoltà nel caso in cui non fosse, per i più svariati motivi, conveniente”.
Ieri il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nel corso dell’audizione alle commissioni Attività produttive e Industria di Camera e Senato, ha evidenziato che contraccolpi sullo stato di avanzamento del Pnrr potrebbero esserci per effetto della guerra in Ucraina. “L’aggravarsi degli scenari internazionali potrebbe mettere a repentaglio la realizzazione di alcuni obiettivi inseriti nel Pnrr“, ha detto il ministro.
Altro nodo da sciogliere è quello del 5G fra limiti elettrosmog e pagamento della maxi rata per le frequenze della gara. Asstel ha già lanciato l’allarme nei giorni scorsi e ribadito la necessità di una proroga dei pagamenti oggi in un’intervista al Sole 24 Ore: “Chiediamo al Governo una rimodulazione degli oneri per i diritti d’uso delle frequenze del 5G”, ha detto il presidente Massimo Sarmi che considera inoltre maturi i tempi per una revisone dei limiti elettrosmog.