IL DIBATTITO

Rete unica Tlc, Aiip: “Sì a public company senza soggetti prevalenti”

L’associazione italiana degli Internet provider: “La newco dovrà garantire la parità di trattamento di tutti gli operatori”. Il presidente Giuliano Claudio Peritore: “Il network dovrà essere disponibile in modo disaggregato e funzionale a ogni modello di business”

Pubblicato il 25 Ago 2020

banda larga, fibra, ultrabroadband

Qualsiasi scenario di rete unica delle telecomunicazioni dovrà “garantire requisiti di indipendenza degli esponenti aziendali, presidi di controllo interno, esterno e regolatorio, l’assoluta autonomia e terzietà della gestione, la natura ‘aperta’ della rete, la parità di trattamento di tutti gli operatori e la realizzazione dei piani di investimento nei tempi previsti”. E’ la posizione dell’Associazione italiana Internet Provider, Aiip, che sottoscrive così in pieno la posizione recentemente espressa dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri.

“Auspichiamo che le indicazioni del Ministro Gualtieri vengano recepite in maniera ferma – afferma Giuliano Claudio Peritore, Presidente di Aiip – perché sono le basi da cui partire affinché qualsiasi “nuovo soggetto” deputato a gestire un’eventuale Rete Unica, o più correttamente a prevalenza nazionale, sia una public company, con una governance diffusa e senza prevalenza di un singolo soggetto, tantomeno in presenza di soggetti verticalmente integrati con quote oltre il 49%, affinché tale rete venga resa disponibile in modo totalmente disaggregato e funzionale ad ogni modello di business di tutti gli operatori attuali e futuri  del mercato, senza distorsioni della concorrenza”.

Gli aspetti di tutela della concorrenza e del mercato, secondo Aiip, sono parte fondamentale di qualsiasi dibattito su un’eventuale cosiddetta Rete Unica, “unitamente a stringenti vincoli  regolatori e che, auspicabilmente, si legge in una nota dell’associazione, non sia previsto che tale nuovo soggetto sia assoggettato al controllo di un operatore verticalmente integrato.

“Rimaniamo tuttavia convinti che una pluralità di reti in concorrenza sia un bene per la banda ultralarga e lo sviluppo digitale del Paese perché porta a maggiore innovazione, diversificazione di servizi e quindi resilienza – conclude Peritore, sottolineando come Aiip sia disponibile ad approfondire il tema con i soggetti interessati – Finanza e politica non possono farci dimenticare che il principio fondante di Internet è un insieme di reti diverse e interoperanti fra loro. Le reti in fibra ottica non sono come quelle elettriche e del gas: infatti centinaia di reti possono coesistere, come già succede, in decine di tubi diversi in Italia, a vantaggio della affidabilità e resilienza di Internet”.

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