LA VISION

Rete unica Tlc, Bisio: “Prima il piano industriale, poi la governance”

Così l’amministratore delegato di Vodafone Italia torna sul tema della newco e accende anche i riflettori sul 5G Fwa: “Sarà la chiave per colmare il digital divide”

Pubblicato il 18 Dic 2020

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Sono tre le priorità dell’Italia sulle competenze digitali: “La competitività delle imprese e in particolare delle Pmi. In questo senso, il Fondo Nuove Competenze lanciato dal Governo rappresenta una grande opportunità. Poi c’è il tema dell’istruzione, dove bisogna fare in modo che i ragazzi e soprattutto gli insegnanti acquisiscano velocemente competenze digitali avanzate. Sarebbe un tragico errore pensare che, siccome adesso siamo tutti bravi a fare video call, siamo diventati digitali. E infine c’è il tema della sanità, dove serve una riprogettazione completa di tutto il sistema sanitario centrata su tre elementi: la connettività degli ospedali – su cui il 5G può dare una grande mano – la telemedicina, con la diagnostica a distanza, e soprattutto l’assistenza remota ai pazienti cronici, essenziale in un momento in cui l’emergenza ha limitato l’accesso alle strutture sanitarie. Per fare questo bisogna investire sulle competenze digitali del personale sanitario e soprattutto dei medici di base per facilitare l’accesso delle persone al primo livello di assistenza sanitaria”.

A parlare è Aldo Bisio, amministratore delegato di Vodafone Italia, che ieri ha condiviso il proprio punto di vista sul tema della digitalizzazione in Italia in occasione dell’evento online organizzato da Italy Next Generation “Vincere insieme la sfida del futuro”, a cui ha preso parte come keynote speaker il Viceministro dello Sviluppo Economico, Stefano Buffagni. “La digitalizzazione rappresenta un elemento trasversale a tutti i settori dell’economia, fondamentale per la rigenerazione dell’Italia”, ha detto Bisio. “Siamo al ventottesimo e ultimo posto in Europa per Digital human capital e al diciassettesimo posto per infrastrutturazione di rete fissa secondo l’indice Desi”.

5G, Fwa e fibra, la ricetta per superare il digital divide

Il numero uno di Vodafone ha sottolineato che sul fronte delle infrastrutture ci sono due grandi cicli tecnologici da affrontare con determinazione. Il primo è quello del già citato 5G, “su cui serve una accelerazione anche grazie a un sostegno pubblico decisamente più convinto. Il 5G, attraverso l’Fwa, sarà la chiave per colmare il digital divide, perché riesce, molto più velocemente della fibra a raggiungere aree bianche, aree ultrabianche e in parte anche aree grigie con prestazioni di eccellenza. Il tema della aree rurali”, ha continuato Bisio, “non è soltanto un imperativo morale per dare ai nostri concittadini dei servizi che sono essenziali, ma è anche urgente per il rilancio dell’economia. Dieci punti di penetrazione del broadband nei Paesi europei equivalgono a 1,5/2,5 punti di incremento del Pil. Come abbiamo visto con Vodafone in Germania e in Irlanda, per ogni mille abitanti delle aree rurali che riportiamo in connettività broadband si generano mediamente tra gli 80 e i 100 posti di lavoro”.

Sul tema della fibra, Bisio ha fatto un importante distinguo: “Dividerei l’Italia in tre grandi aree. Nella prima ci sono 10 milioni di abitazioni dove si compete e si deve continuare a competere con l’Ftth. Poi ci sono le aree bianche, dove si deve accelerare soprattutto con l’Fwa e si può andare verso una soluzione di rete unica se e solo se ci sono garanzie sulle regole di competizione, cioè un modello wholesale only. Sulle aree grigie, che sono circa altri 10 milioni di abitazioni, la ‘mano’ della competizione è l’unica in grado di assicurare una reale accelerazione degli investimenti rispetto a soluzioni da monopolista”.

Rete unica, il piano industriale deve venire prima della governance

Infine, ma non per importanza, la rete unica. “La discussione è sempre partita dalla governance, mentre è il piano industriale che va posto al centro della conversazione. La nostra idea è che l’Italia deve andare in Ftth, quindi in vera fibra, con un 20/25% in Fwa”, ha chiosato Bisio. “Questi sono i macro obiettivi di un piano industriale su cui dobbiamo metterci d’accordo. È inoltre importante chiarire quali sono i tempi, i costi e le sinergie da riversare a beneficio dei cittadini. La conversazione non deve essere solo sui livelli di copertura ma anche e soprattutto sui livelli di servizio. Una volta d’accordo sul piano industriale, allora sarà tempo di pensare alla governance”.

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