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Rete unica Tlc, balza il titolo Tim sull’onda della “newco”. Ma qualcosa non torna

Miglior performance di tutto l’Ftse Mib a +3,68%. Stando alle indiscrezioni Cdp salirebbe al 100% in Open Fiber e siederebbe anche in FiberCop per una newco “neutrale”. I fondi Macquaire e Wren House Infrastructure sono dunque fuori dai giochi in casa Enel?

Pubblicato il 13 Lug 2020

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Il titolo Tim balza in Borsa e guadagna nella mattinata il 3,68% a quota 0,3574 euro, la miglior performance di tutto l’Ftse Mib. L’impennata sarebbe dovuta alle indiscrezioni circolate nel weekend in merito al progetto di rete unica di Tlc su cui sta spingendo il governo. A quanto risulta sarebbe vicino un accordo con Enel, l’azionista al 50% di Open Fiber (l’altro 50% è in capo a Cdp). Il nodo sarebbe sciolto attraverso la doppia discesa in campo di Cassa depositi e prestiti: da un lato Cassa Depositi e Prestiti andrebbe a rilevare il 100% di Open Fiber (attualmente ha il 50%) e dall’altro si prenderebbe una quota nella newco FiberCop (in cui convergerebbe anche la joint venture FlashFiber di Tim e Fastweb) che “garantirebbe” la terzietà dell’operazione per sgombrare il terreno dalle questioni legate alla governance e alla proprietà dell’infrastruttura, che però se restasse in capo a Tim si imbatterebbe inevitabilmente nella questione dell’operatore verticalmente integrato.

In casa Tim gioca anche Kkr che sta lavorando al dossier FiberCop su cui potrebbero esserci aggiornamenti nel cda previsto il 4 agosto. Resta da capire a questo punto che ruolo avrebbero Macquaire e Wren House Infrastructure del fondo sovrano del Kuwait, entrambi interessati a rilevare la maggioranza o parte consistente della quota di Enel in Open Fiber. Qualcosa dunque non torna. Ciò che emerge, questo è un punto, come affermani gli analisti di Equita Sim  è “la pressione del governo per arrivare a definire il progetto della rete unica in tempi molto brevi. Pensiamo che le chance di successo del deal, nonostante anni di discussioni inconcludenti, siano elevate. A nostro avviso si tratterebbe di un importante catalyst positivo per Tim anche se saranno da verificare ovviamente le valutazioni relative e la governance”.

Da non sottovalutare la notizia, sempre circolata nei giorni scorsi, che vedrebbe Cdp salire al 25% in Tim divenendone il primo azionista davanti ai francesi di Vivendi. Questa ipotesi sembra essere stata “congelata” nelle ultime ore.

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