L'INTERVENTO

Rete unica Tlc, Goldstein: “Complesso integrare reti di Tim e Open Fiber”

Secondo l’economista le due infrastrutture non si “parlano” poiché basate su architetture differenti. E ci sono problematiche anche sul fronte delle “proprietà” nelle aree bianche e nere. La questione della concorrenza resta centrale

Pubblicato il 02 Nov 2020

fibra-ottica

Un “progetto complesso”. Al punto da essere difficilmente perseguibile. L’economista Andrea Goldstein, già consigliere delegato e capo economista di Nomisma, dalle colonne del Giornale d’Italia, interviene sul tema della rete unica di Tlc e accende i riflettori in particolare sulle diverse architetture di rete di Tim e Open Fiber.

Tim si limita, per così dire, a sostituire le connessioni di rame nella rete primaria (FttCab, soluzione intermedia che limita gli investimenti) o anche secondaria (Ftth/Fttb) con la fibra e i nuovi apparati, mentre l’infrastruttura di Open Fiber è nuova, integralmente in fibra fino a casa (Ftth) e con architetture non vincolate dalla topologia della rete preesistente. Integrarle non sarà agevole”, spiega Goldstein in riferimento al progetto AccessCo che prevede il conferimento delle infrastrutture di Open Fiber con quelle derivanti da FiberCop (la newco fra Tim, Kkr e Fastweb).  E intravede difficoltà anche da un punto di vista della “proprietà” delle infrastrutture : “FiberCop conferisce la rete secondaria, mentre Open Fiber, che si è aggiudicata tutti e tre i bandi governativi per sviluppare la rete nelle aree svantaggiate, non è proprietaria dell’infrastruttura, che resta allo Stato, ma ne è solo concessionaria, a differenza delle grandi città dove investe privatamente”.

Insomma il progetto di rete unica se da un lato “in apparenza sembrerebbe sancire la pace tra due concorrenti che se la sono date di santa ragione fino a poco tempo fa”, dall’altro introduce “elementi che possono suscitare preoccupazione”. Goldstein ricorda che “ l’Agcm ha sanzionato Tim per aver implementato un insieme di azioni anti-competitive sul mercato nazionale, realizzate innanzitutto per danneggiare Open Fiber e renderle difficile sviluppare e utilizzare la infrastruttura integralmente in fibra che sta realizzando”. Ed evidenzia che “la concorrenza tra due o più infrastrutture stimola gli investimenti e premia il consumatore, che ha accesso alle migliori tecnologie. L’Italia è in ritardo, ma quando Open Fiber ha iniziato a realizzare un’infrastruttura Ftth), Tim ha reagito creando Flashfiber in joint venture con Fastweb”.

Citando inoltre Michele Polo della Bocconi, Goldstein sottolinea che “un’unica rete fissa ultrabroadband sembrerebbe una scelta razionale. Si tratta di scavare e posare nuove linee sul territorio, oltre che di predisporre nuovi apparati, insomma di investimenti costosi che forse non vale la pena duplicare”, ma puntualizza che “c’è ovviamente un problema di potere di mercato ed eventualmente di abuso del medesimo. Ma suggerisce anche una serie di rimedi: “una su tutte è la concorrenza infrastrutturale non solo sulle reti fisse, ma anche su altre tecnologie wireless e reti mobili – in primis la 5G – oltre alla fissazione delle tariffe di accesso e degli standard tecnici da parte del regolatore”. Da non sottovalutare “il tema della parità di trattamento per tutti gli operatori nei mercati dei servizi, evocato sia a monte (dalle altre società di Tlc) sia a valle (dai fornitori di servizi, in particolare di intrattenimento)”.

Secondo Goldstein “che la rete sia una componente fondamentale della politica industriale – è acquisito e condiviso. Si può fare assegnando un ruolo forte, o addirittura centrale, all’azionista pubblico. Non dimentichiamo che Cdp detiene metà di Open Fiber e l’altra metà è posseduta da Enel, dunque lo stato ha il 100%. Oppure si può cercare di accelerare sul fronte della regolazione, utilizzando strumenti rigorosi che offrono gli incentivi giusti senza sollevare preoccupazioni sul fronte del conflitto d’interessi”. Insomma tutto dipenderà “da come vengono fatte le cose” e “da come si giocherà la partita con Bruxelles”. A tal proposito Goldstein ricorda che Commissaria Vestager pur sottolineando che “non c’è preclusione sul progetto” ha anche chiarito che ci saranno “fari accesi sui dettagli e soprattutto una moral suasion molto chiara verso infrastrutture neutrali aperte alla concorrenza”.

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