La rete unica s’ha da fare. E si farà. Parola di Francesco Giavazzi, consigliere economico della presidenza del Consiglio. al Bloomberg Italy Forum ha detto: “La rete unica è uno degli obiettivi del governo e succederà”. La conferma di una stretta sul progetto arriva anche da Cassa depositi e prestiti, azionista in Tim con una quota vicina al 10% e in Open Fiber con il 60%. “Una duplicazione degli investimenti sulla rete non ha senso dal punto di vista industriale”, ha detto l’Ad Dario Scannapieco aggiungendo che “monitoriamo attentamente l’evoluzione di un settore strategico per l’Italia”. Nessun commento, invece, sulla manifestazione di interesse avanzata da Kkr.
La rete unica piace anche ai sindacati: in occasione del congresso annuale Fistel Cisl ha acceso i riflettori proprio sulla necessità di riprendere il dialogo e gli impegni presi. Secondo Fistel Cisl la rete unica nazionale .- ossia il progetto di integrazione degli asset con Open Fiber – “resta la scelta industriale necessaria nel riassetto complessivo delle reti in fibra”. La partecipazione di Cdp come azionista di riferimento “garantisce gli interessi di sicurezza nazionale ed è aperta al co-investimento di tutti gli operatori del mercato. Questo modello, inoltre, di rete nazionale sarebbe caratterizzato dall’assenza di legami di integrazione verticale rispetto ai servizi di accesso alla rete, avrebbe una Governance indipendente e, un nuovo regime regolatorio, dovrebbe assicurare la parità di accesso e spingere il coinvestimento con un elevato standard qualitativo del servizio”.
Sulla stessa linea Fabrizio Solari, segretario della Slc Cgil: “L’esigenza di mettere mano all’azienda era nota da tempo, noi da parte nostra siamo ancora favorevoli al memorandum tra Tim e Cdp sulla rete unica del 2020. La via maestra è quella di un intervento di Cdp che metta assieme la prospettiva di una grande azienda di sistema e di una rete unica.