“Siamo nelle condizioni per arrivare a un accordo. Siamo convinti della bontà del progetto di rete unica, è significativo per la trasformazione del Paese. E non c’è un problema di tempi. Si fa se c’è la volontà”: l’Ad di Open Fiber Mario Rossetti ha fatto il punto con la stampa sul dossier newco ma anche sull’andamento del nuovo piano industriale, sulla gara per le aree grigie e sulla delicata questione della mancanza di addetti per mandare avanti i cantieri.
La rete unica con Tim: “Sinergie nell’ordine di miliardi”
“La questione non riguarda l’accordo industriale tecnico, il problema semmai è ‘il piano di sopra’ quello degli azionisti che devono valorizzare gli asset e decidere la governance”, ha puntualizzato il manager evidenziando che con Tim le “sinergie sono significative e riguardano quello che non si costruisce in duplicazione. Sono nell’ordine di miliardi di euro ed è un dato variabile. Prima si farà l’accordo e più si ampliano le sinergie”. Rossetti ha anche sottolineato che “il rapporto con Tim oggi è molto buono a livello personale e aziendale”.
Avanti sul piano industriale: strategia “stand alone”
Rossetti ci ha tenuto a sottolineare che il piano industriale di Open Fiber è pensato “stand alone” ossia al netto dell’eventuale integrazione degli asset di rete con Fibercop, la wholesale company di Tim con cui si lavora per dare vita alla rete unica. Riguardo alla questione delle tempistiche – la deadline per arrivare ad un accordo vincolata è fissata al 31 ottobre – Rossetti evidenzia che sul cammino ci sono anche quelle relative ai via libera da parte delle autorità, a partire dalla Commissione europea, stimate in 8/12 mesi ma che potrebbero dilatarsi in caso di rilievi su progetto.
Nell’incontro con la stampa Rossetti ha fatto il punto anche sui suoi primi 180 giorni alla guida dell’azienda. “Abbiamo finanziato un nuovo piano da oltre 15 miliardi, riorganizzazione la squadra manageriale, tenuto il focus sulle aree bianche che sono un tema sociale. Open Fiber aveva un ritardo significativo nelle aree bianche, c’è un’attenzione particolare per ridurlo il più possibile e l’accordo commerciale con Tim va nella direzione di accelerare la copertura”. E a riprova dell’importanza della questione aree bianche Rossetti ha puntualizzato che “abbiamo spostato risorse dalle aree nere quelle dove ci sono più margini e concorrenza a quelle bianche e stiamo cercando tutte le misure per avere un incremento delle risorse sui cantieri”.
Nei primi 5 mesi del 2022 sono stati chiusi 538 cantieri per la fibra Ftth, il 20% di quanto fatto negli ultimi 4 anni, ha detto il manager dati alla mano. “Il tema non sono i soldi né la società ma quello delle risorse umane: bisogna avere la capacità di mettere a terra tutto il lavoro che abbiamo, considerando anche i tempi previsti per cablare le aree grigie che sono a scadenza del 2026. È un problema che riguarda l’intero Paese”. Rossetti ha evidenziato anche i benefici che deriveranno dalla creazione di Open Fiber network solutions, il consorzio con Aspi (80% Open Fiber, 20% Aspi) per realizzare i lavori.
La gara Italia a 1 Giga
“Abbiamo vinto 8 lotti nelle aree grigie su 15 per cablare 3,3 milioni di unità immobiliari. Sono diventate realtà. Attendiamo la firma della convenzione per l’aggiudicazione delle gare e dopo l’estate aggiorneremo il Piano”, ha detto Rossetti sottolineando che le aree grigie sono assegnate in convenzione e che il valore del contributo assegnato è pari a 1,8 miliardi e che Open Fiber ha a disposizione una linea di credito di 2,8 miliardi per lo sviluppo delle aree grigie commerciali. “Complessivamente sull’ammontare in Italia delle linee Ftth attivate dai clienti circa il 70% viaggia su rete Open Fiber”.
La mancanza di personale: servono addetti per i cantieri
“C’è una difficoltà di sistema a realizzare i lavori anche se avere alle spalle un gruppo come Cdp ci dà un respiro più ampio ma la capacità produttiva della filiera è limitata. Abbiamo da dare lavoro a 1.500 persone solo nelle aree bianche, su tutto il perimetro di Open Fiber diventano fra 3mila e 4mila, una cifra che andrà al raddoppio. Quello che ci sta frenando non i soldi o la capacità manageriale ma la manodopera”, ha detto Rossetti aggiungendo che “useremo modalità straordinarie, l’azienda si sta dotando di risorse proprie, stiamo guardando ad altri operatori internazionali che possono entrare su questo mercato e abbiamo spostato risorse dalle aree nere a quelle bianche”. E con il Governo “stiamo discutendo anche per inserire nel nuovo decreto flussi i lavoratori tlc e ci sono contatti con il Dap per usare i detenuti come manodopera nei cantieri”.
La questione dell’inflazione e i prezzi della fibra
“L’inflazione è un argomento su cui noi stessi dovremmo riflettere non rispetto ai contratti già in essere ma su quelli che ancora si devono fare e che andranno, eventualmente, a toccare le aree grigie”, ha detto Rossetti evidenziando l’attenzione sulla “consultazione che Agcom sta aprendo sulla richiesta di modifica di Tim, perché diventerà una linea guida a cui far riferimento”. “Quello dell’inflazione è un tema che oggi merita un’attenzione molto più alta, su alcuni contratti abbiamo clausole di indicizzazione, su altri no e per il futuro stiamo cercando di tenerne conto nel modo migliore”.