MERCATO UNICO DIGITALE

Riforma Tlc, l’Europa vuole allargare il raggio d’azione agli OTT

La presidenza estone spinge per portare avanti la revisione del Codice delle Comunicazioni elettroniche. E punta ad includere nel negoziato anche i servizi online, il Voip e le email

Pubblicato il 13 Ott 2017

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La presidenza estone dell’Ue spinge per portare avanti la riforma europea del Codice delle comunicazioni elettroniche (Electronic communications code), un ampio pacchetto di provvedimenti che va dallo sviluppo del 5G fino alla gestione dello spettro delle frequenze radio. Il Consiglio d’Europa ha accordato alla presidenza estone il mandato generale per avviare i negoziati con il Parlamento europeo sulla proposta del nuovo codice, partita dalla Commissione. L’intenzione nel negoziato è di ampliare lo sguardo sul mondo della comunicazione per tenere conto della crescente importanza dei servizi Ott, incluso il VoIP, delle applicazioni di messaggistica e dell’email. La commissione Industria, ricerca e energia (Itre) dell’Europarlamento ha già approvato la settimana scorsa una versione aggiornata del codice e il primo round negoziale sul nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche tra Consiglio, Parlamento e Commissione potrebbe già essere avviato a fine mese.

“La presidenza estone ha ottenuto questo mandato prima del previsto, ora faremo ogni sforzo per raggiungere un progresso concreto nelle discussioni con il Parlamento entro fine anno”, in quanto “il sostegno unanime per la nostra proposta dimostra l’impegno del Consiglio a realizzare il Mercato unico digitale“, in linea con gli impegni presi a più riprese dai 28 a Tallinn, ha dichiarato Urve Palo, ministro estone dell’Industria e dell’IT.

Il Codice contiene numerosi provvedimenti tecnici. Ci sono misure per favorire gli investimenti nel 5G e banda ultralarga, novità nel sistema di assegnazione delle licenze per lo spettro (25 anni di durata con revisione dopo 10), una serie di misure per i consumatori e la richiesta di tagliare i costi delle chiamate internazionali, oltre al rafforzamento del Berec e un sistema di 112 “al contrario”, che segnala situazioni di pericolo ai cittadini. Il testo concede ai regolatori nazionali più poteri per obbligare gli incumbent ad aprire le reti ai loro concorrenti, privilegiando di fatto il modello wholesale-only. Inoltre spinge al coinvestimento ma senza incentivi che, invece, la Commissione aveva in qualche modo introdotto con una regolazione più light: qui il Parlamento europeo è intervenuto con alcune modifiche.

Anche la posizione del Consiglio d’Europa sul nuovo codice differisce da quella proposta dalla Commissione. Diversi paesi hanno fatto pressione per aggiungere norme ad hoc per combattere i mercati dove sono presenti “oligopoli”, ovvero dove dominano due colossi delle Tlc. E il governo olandese, in particolare, a chiedere che i regolatori nazionali abbiano il potere di imporre obblighi sull’accesso alla rete degli operatori dominanti senza dover dimostrare che esiste un effettivo dominio di mercato; gli operatori alternativi non devono essere costretti a duplicare la rete in nome della concorrenza. Il Consiglio ha anche chiesto di mantenere lo status quo sulla definizione delle leggi per il mercato Tlc, affidata ai governi e ai ministri, non ai regolatori.

In linea con la visione dell’esecutivo Ue, il Consiglio ha accolto invece la proposta di estendere le norme per la protezione dei consumatori ai fornitori Ott di servizi di comunicazione come Whatsapp e Facebook Messenger, ma non c’è accordo sulla necessità di armonizzare tali norme a livello europeo, perché alcuni paesi preferiscono le loro regole nazionali, più severe di quelle che sarebbero imposte a livello Ue.

C’è inoltre scarso supporto da parte del Consiglio sulla proposta della Commissione di raggiungere una maggiore armonizzazione nell’assegnare le licenze per le frequenze mobili su scala europea: molti paesi vogliono mantere le loro regole su spettro e aste perché ritengono che ciò sia funzionale al raggiungimento dei loro obiettivi nazionali. Gli Stati Ue hanno però raggiunto l’intesa sulla creazione di un sistema di consultazione, in cui le proposte per le aste dello spettro saranno aperte ai commenti di altri stati membro per raggiungere il più alto livello possibile di coordinamento e coerenza su scala comunitaria.

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