Accelerare sul dossier Tim. Il Sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti accende i riflettori sull’urgenza di una decisione in occasione di un convegno de Il Sole 24Ore. “L’auspicio è che si faccia in fretta. Il governo ha ribadito più volte che la questione della rete nazionale non è di interesse esclusivo di un settore industriale ma è del sistema Italia. Le imprese chiedono che vi sia una rete nazionale, che vi sia connettività e che si possa progredire verso un futuro anche di natura tecnologica”.
Vicina la scadenza per il rilancio delle offerte di Cdp-Macquarie e Kkr: la deadline è fissata al 18 aprile ma stando a indiscrezioni di stampa Vivendi starebbe facendo pressing poiché insoddisfatta della situazione che si va prefigurando, con un aggiustamento delle offerte di “appena” un paio di miliardi. “La posizione dei francesi di Vivendi sulla cessione della rete Tim non ci preoccupa per nulla – ha sottolineato Butti-. È una questione tra privati ed è opportuno che si chiariscano. Noi possiamo solo auspicare che lo facciano velocemente. Dopodiché faremo delle valutazioni”.
Banda ultralarga, piano da rifare
Sul fronte Piano banda ultralarga Butti ha ricordato che si lavora a una revisione. “L’attuale situazione è la dimostrazione che i grandi manager qualcosa hanno sbagliato nel passato, hanno sbagliato le mappature, sono stati sbagliati i bandi di gara, fatti e ritirati in 24 ore. Il Comitato interministeriale che presiedo ha il compito di rivedere completamente la strategia sulla diffusione della banda larga per risolvere i problemi che abbiamo ereditato”. Butti ha aggiunto che ci sono gruppi di lavoro che “già da 5 mesi e mezzo, dal giorno dell’insediamento del governo, sono in campo sulla revisione del piano sulla banda larga. Abbiamo una tabella di marcia abbastanza sfidante ma sono già state poste soluzioni a determinati problemi per cercare di mitigare quelli che potrebbero diventare seri problemi”.
Due terzi delle abitazioni non coperte da connettività a 1 Giga
Nel fare il punto della situazione Butti ha detto che “due terzi delle abitazioni non sono coperte dalla connettività a 1 gigabit. Ci sono carenze sul piano aree bianche, quelle coperte da Open Fiber, in cui devono essere ancora connesse oltre cinque milioni di unità immobiliari. Sulle aree bianche sono stato chiaro perché il ritmo dei collaudi positivi nei comuni è lentissimo poiché Infratel lo fa a campione e quindi sul 25% del territorio. Il vero punto è la visione politica del governo, ossia di conferire al Paese un piano industriale sulle comunicazioni”.
Si lavora anche con Fs, Anas e Enel: “Stiamo lavorando molto con Ferrovie dello Stato per stendere la fibra sui loro 17 mila chilometri e quindi per consentire l’utilizzo del wifi sui treni e lo stesso vale per Anas per le gallerie. E parliamo anche con Enel”.
La questione dei limiti elettromagnetici
Riguardo all’ipotesi di una revisione dei limiti elettromagnetici per adeguarli a quelli europei Butti ha ricordato che “c’è una legge del 2001 che delega a un Dpcm la possibilità di innalzare i limiti, bisogna farlo sentendo tutte le amministrazioni coinvolte, i territori e il Parlamento”. “Il compito del governo – ha aggiunto Butti – è cercare di mettere tutti d’accordo. È evidente che un’azione di questo genere si può fare se c’è accordo e informazione sul territorio perché altrimenti significa far nascere altri comitati del no’”