IL CASO

Tim-Dazn, si apre il fronte Antitrust: c’è accordo di esclusiva sulle offerte in bundle?

Secondo quanto risulta a CorCom almeno due operatori avrebbero inviato una lettera all’Autorità per verifiche sulla gestione dello streaming calcio. La questione non è il traffico dati: il tema vero è quello della replicabilità dei pacchetti in bundle

Pubblicato il 25 Mag 2021

diritti Tv calcio

Tim e Danz hanno un “tacito” accordo di esclusiva per la trasmissione delle partite di calcio? La piattaforma potrà siglare analoghi accordi consentendo agli Olo di replicare le offerte per i loro abbonati a prezzi competitivi? È questa la questione che serpeggia fra i corridoi delle telco. Oggi il Sole 24Ore riferisce di una o più missive inviate o in via di spedizione all’Antitrust, ma la questione segnalata sul quotidiano da Confindustria non riguarda affatto l’aumento esplosivo del traffico dati (su cui l’autorità competente sarebbe semmai l’Agcom) ma quella della oncorrenza, materia in capo all’Autorità guidata da Roberto Rustichelli.

Secondo quanto risulta a CorCom in ballo ci sono due questioni: da un lato la replicabilità dell’offerta da parte degli Olo, impossibile nel caso di un accordo fra Tim e Dazn che consentirebbe dunque solo alla compagnia guidata da Luigi Gubitosi la trasmissione del campionato sulla base della partnership siglata. Sempre secondo quanto risulta a CorCom nell’ambito della partnership Tim-Dazn non sarebbe contemplata l’esclusiva, ma ciò non basterebbe a sgombrare il campo dai potenziali rischi: c’è da verificare, anche in caso di non esclusiva, a quanto sarebbero replicabili le offerte ossia se sia possibile un’effettiva concorrenza sui pacchetti in bundle. Dazn privilegerebbe Tim in virtù della partnership? In buona sostanza: Tim avrebbe un trattamento di “favore”?

L’altra questione in ballo riguarda la gestione del call center Dazn che sarebbe in capo a Tim e che potrebbe dunque prefigurare problematiche relative all’accesso e alla gestione dei dati dei clienti in capo agli Olo: si punta dunque a verificare quali siano i “patti” fra Tim e Danz anche su questo fronte e come eventualmente gestire i dati degli abbonati.

La questione dell’aumento del traffico dati derivante dall’ ”esplosione” dello streaming dovuta al passaggio del calcio dal satellite al broadband sarebbe invece – sempre secondo quanto risulta a CorCom – una preoccupazione di second’ordine anche se non da sottovalutare, ma qui si gioca in un campo completamente diverso da quello antitrust. La pandemia ha già fatto da “crash test” e tutte le telco hanno già potenziato e stanno ulteriormente potenziando le loro reti per consentire ai clienti una connettività al passo con le rinnovate esigenze. Nelle fasi di lockdown la volata di Netflix & co nonché dello smart working e della didattica a distanza hanno già messo sotto pressione le reti e sono aumentati gli abbonamenti alla banda ultralarga da parte degli italiani, ma nessuna situazione critica – al netto delle eccezioni – ha messo a rischio l’operatività. Per evitare problematiche proprio con l’enorme traffico dati legato agli operatori dello streaming durante la pandemia è stato chiesto e ottenuto che i fornitori abbassassero la risoluzione. Traffico dovuto non solo allo streaming di video ma anche ad una serie di attività correlate: alcuni Ott trasmettono pubblicità personalizzata per ogni singolo utente , attività che “affatica” la gestione del traffico.

Ma il calcio in streaming non può rappresentare la cartina di tornasole della potenza o della tenuta delle reti: il 5G aprirà a una rivoluzione senza precedenti anche sul fronte del traffico dati viste le applicazioni e gli use case a banda “larghissima” che si potranno gestire.

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