Un patrimonio ad hoc in Cassa Depositi e Prestiti destinato alle operazioni in equity: questa la novità che il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli annuncia in un’intervista al Sole 24Ore. “Lo considero un tassello per una rinascita industriale per ricreare dei grandi campioni europei”, dice Patuanelli che indica le Tlc fra i settori strategici su cui puntare. “Penso alle Tlc e alla banda ultralarga e al progetto della rete unica Tim Open Fiber al quale guardo con grande favore: ritengo sia fondamentale per il Paese”.
Nonostante l’assist del Governo in casa Tim e Open Fiber le “visioni” sul da farsi restano profondamente discordanti. Se Tim continua a puntare sulla proprietà dell’infrastruttura e a considerare “fallimentare” il modello wholesale only, Open Fiber, wholesale company per eccellenza lo considera invece strategico nonché l’unico in grado di garantire effettiva concorrenza e competizione sul mercato.
“Una duplicazione della rete non ha alcun senso e non è nell’interesse del Paese. Per quanto riguarda la struttura della “rete unica”, a nostro parere il modello da adottare è una rete sotto il controllo di un operatore verticalmente integrato quale Tim, piuttosto che un modello “wholesale only” che si è rivelato fallimentare ovunque sia stato applicato. Siamo disponibili a parlare con governo e Agcom su modelli di remunerazione come il Rab, purché sia tutelato il valore per gli azionisti”: questa la posizione di Tim emersa in occasione del question time con Asati, l’associazione che rappresenta i piccoli azionisti della telco.
Ma Open Fiber ha immediatamente detto la sua sostenendo la tesi opposta: “Con riferimento alle dichiarazioni di Tim sul modello Wholesale, Open Fiber dichiara che il modello wholesale only trova importanti riscontri sia nel nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche, in fase di recepimento da parte del Parlamento italiano, sia nelle analisi svolte dall’Agcom e dall’Agcm, sia in un chiaro orientamento espresso ad amplissima maggioranza dal Legislatore nel decreto fiscale del 2018 (art. 23-ter). In tutti i casi, questo modello viene indicato come il più adatto per favorire gli ingenti investimenti necessari a realizzare una nuova rete di accesso ad altissima capacità, a disposizione di famiglie e imprese. Investimenti che – al contrario – non sono stati effettuati dall’operatore verticalmente integrato causando il ritardo in cui si trova il nostro Paese”.
Sul progetto Tim-Open Fiber ci sono riserve anche da parte degli altri operatori: il numero uno di WindTre Jeffrey Hedberg ha espresso preoccupazione sul modello dell’operatore verticalmente integrato: “Le nostre preoccupazioni sono legate al modello di un operatore integrato verticalmente, chiunque sia, e a quanto ancora durerà questa diatriba”. sottolinea Hedberg nel commentare l’eventualità di una newco Tim-Open Fiber con proprietà dell’infrastruttura in capo all’operatore guidato da Luigi Gubitosi. “Bisognerebbe fare i conti con prezzi più alti, prestazioni inferiori e tempi più lunghi per lo sviluppo delle infrastrutture”. E anche il ceo di Vodafone Aldo Bisio si è più volte espresso a favore della “terzietà della rete” affinché non si sottragga concorrenza al mercato.