Trasferire due o più lotti a Tim oppure optare per una soluzione tecnica che consenta a Open Fiber di traguardare gli obiettivi di infrastrutturazione in linea con la deadline del Pnrr? Nonostante indiscrezioni di stampa diano per favorita la prima ipotesi in realtà secondo quanto risulta a CorCom nessuna decisione è stata presa.
Non è abbattere la quantità dei civici da cablare, ma “sostituire i civici più sparsi con quelli adiacenti”
In modo da avere una rete meno a macchia di leopardo e quindi ridurre qui 20k km aggiuntivi dovuti alle mappe errate
Le due opzioni sul tavolo
Il dossier è sul tavolo del Sottosegretario Butti e di Infratel, la in house del Mimit che ha gestito i bandi per le aree grigie. Le strade sono due: riorganizzare la quantità di civici da cablare, sostituendo quelli “sparsi” con quelli “adiacenti” – Open Fiber rileva incongruenze nella mappatura e sostiene che sarebbero necessari 20mila km di infrastrutturazione aggiuntiva (rispetto ai 60mila messi nero su bianco nel bando) pari a un anno di lavoro extra – oppure trasferire parte dei lotti a Tim (Tim e Open Fiber sono le due aggiudicatarie dei bandi del piano Italia a 1 Giga).
Il tempo stringe
Sempre che Tim riesca a farsene carico: la questione è legata inevitabilmente alle tempistiche. Di fatto bisognerebbe trasferire le aree in questione ad horas per non mettere la stessa Tim nella condizione di non riuscire a mettere a segno gli obiettivi Pnrr considerato il carico di lavoro aggiuntivo e la penuria di risorse nei cantieri.
Situazione critica, work in progress
Sempre stando quanto risulta a CorCom non tutte le figure coinvolte nell’operazione sarebbe concordi nel trasferimento dei lotti a Tim. Bocche cucite in Infratel e riguardo al Dipartimento della trasformazione digitale la situazione è considerata “critica” e il Sottosegretario Butti riferisce di un “work in progress” per arrivare in tempi rapidi a una definizione.
Evitare i ricorsi
È chiaro che qualsiasi decisione si prenda dovrà essere frutto di un accordo fra tutte le parti in causa. Una decisone “di forza” potrebbe comportare ricorsi e contenziosi non solo da parte di soggetti in campo, Open Fiber in primis ma anche di aziende legate a catena agli appalti e anche di competitor.