Crisi economica e incertezza normativa: queste le cause della
diminuzione degli investimenti nel settore telecom in Europa, per
la prima volta da diversi anni, secondo gli ultimi dati rilasciati
dall’Etno. E’ crisi anche per le entrate del settore, cresciute
nel 2008 solo dello 0,8% (contro il +1,7% del 2007) e in calo
quest’anno, secondo le prime stime, dello 0,5%, si legge nello
studio Etno 2009
Facts and Figures. Gli investimenti sono scesi dell’1% rispetto
al 2007, a 47,2 miliardi di euro, ma nel segmento del fisso e nei
cinque principali mercati Ue la diminuzione è ancora più netta:
-3,6%. “Sono stati gli investimenti dei maggiori operatori del
fisso a diminuire maggiormente nel 2008.
Gli investimenti su larga scala nelle nuove reti ad alta velocità
sono più lenti del previsto a causa della recessione e
dell’incertezza normativa”, ribadisce Didier Pouillot di IDATE
(European Institute for Telecommunications and Media). Continuano a
crescere le connessioni Internet e mobili nel 2008 (+6%), mentre le
linee fisse sono diminuite del 5%. Per la prima volta, inoltre, gli
abbonati al 3G (oltre 124 milioni) hanno superato quelli alla banda
larga fissa (circa 116 milioni). L’innovazione nel futuro,
secondo l’Etno, sarà rappresentata dallo sviluppo di
applicazioni interattive, dall’offerta di download di musica e
video e dalle soluzioni che aiutano gli utenti sia residenziali che
business a controllare il consumo di energia.
Tuttavia, secondo Michael Bartholomew, direttore dell’Etno, “la
diminuzione degli investimenti è un trend preoccupante che i
politici europei dovrebbero affrontare con urgenza prevedendo un
piano di incentivi e un impianto regolatorio che riconosce i
notevoli rischi che comporta l’attuazione delle Nga”. I membri
dell’Etno hanno destinato il 12,4% del loro revenue agli
investimenti, ma è il 2,6% in meno rispetto al 2007. Nel primo
semestre 2009 i gruppi telecom sono stati ancora molto cauti negli
investimenti – anche perché, nota l’Etno, il Capex aggregato
delle sette maggiori telco in Europa è sceso da 12,6 miliardi di
euro nel primo semestre 2008 a 11,5 miliardi nel primo semestre
2009, una diminuzione di ben l’8%. Negli ultimi anni la crescita
del Capex ha conosciuto un forte rallentamento: +7,8% nel 2006,
+1,7% nel 2007, -0,8% nel 2008. L’impatto negativo è stato
maggiore nei cinque più grandi mercati Ue (-3,8% nel 2007, -3,6%
nel 2008).