VERSO LO SPIN OFF

Bassanini: “Cdp più forte un vantaggio per intesa con Telecom”

Il presidente della Cassa Depositi e Prestiti: “Un cambio delle condizioni di impiego delle risorse può far quadrare meglio i conti”. Equivalence of input e redditività le condizioni per la partecipazione al progetto

Pubblicato il 24 Lug 2013

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Un potenziamento del ruolo di Cdp da parte dello Stato può far quadrare meglio i conti dell’eventuale matrimonio con Telecom Italia sulla rete di accesso, se il progetto di scorporo da parte della società telefonica alla fine si realizzerà. Lo ha sottolineato il presidente di Cdp Franco Bassanini nel corso di un convegno. Bassanini ha fatto riferimento agli strumenti a disposizione delle società omologhe di Cassa, la francese CdC e la tedesca Kfw. “Per legge non pagano le tasse, non pagano i dividendi e hanno la garanzia diretta della Stato”. Quest’ultima consente un migliore impiego delle risorse prestate dalla società pubblica alle banche per finanziarie le pmi. Le banche infatti possono ridurre gli assorbimenti patrimoniali sui finanziamenti erogati grazie alla garanzia della società pubblica. “Se lo Stato ci dà i meccanismi per fare di più e meglio di quello che facciamo il ruolo di Cassa viene potenziato” e nell’eventualità del prospettato matrimonio con Telecom sulla rete “le condizioni per l’impiego delle risorse, se cambiate, possono far quadrare meglio i conti”. Bassanini ha quindi ricordato le “tre condizioni” poste dalla società di via Goito per partecipare al progetto che nascerà dallo scorporo della rete Telecom. “Il nostro apporto deve servire ad accelerare gli investimenti; la società deve assicurare l’equivalence of input; i conti per noi devono tornare con una redditività sicura e ragionevole nei tempi medi e lunghi”.

Per quanto riguarda la newco, l’ingresso di Cdp nella rete scorporata di Telecom e l’investimento della Cassa in Metroweb non sono incompatibili – ha chiarito Bassanini – “a una condizione: se si raggiungesse questo accordo, verrebbe esteso anche a Metroweb”.

“Noi parteciperemo se ci saranno tre condizioni”, ha quindi aggiunto Bassanini nel corso del convegno ‘Il futuro della rete’: “Il nostro apporto di capitali deve servire ad accelerare gli investimenti; li dobbiamo investire in una società che assicuri l’equivalence of input’, per evitare il rischio di un’alterazione della concorrenza; che i conti tornino, cioè che si ottenga una redditività sicura, ragionevole e nei tempi medio-lunghi. Il resto è materia dell’Autorità.

E sulla necessità di non duplicare gli investimenti è intervenuto anche l’amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti Giovanni Gorno Tempini, parlando davanti la commissione Lavori Pubblici del Senato. Per il manager se il Fondo strategico o la Cdp dovessero entrare nell’operazione di scorporo della rete Telecom l’obiettivo sarebbe quello di “evitare duplicazioni degli investimenti” sulle infrastrutture per la banda larga. Facendo riferimento a quanto detto ieri dal presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella, su “possibili connessioni” tra investimenti in Metroweb e nello scorporo della rete Telecom (visto che F2i è azionista di minoranza in Metroweb) Gorno Tempini ha chiarito: “È assolutamente pacifico che semmai il tutto dovesse verificarsi, qualsiasi mossa dovrà essere valutata e guardata secondo le lenti che le Autorità competenti ci diranno di avere”. Ma, ha aggiunto, c’è una “ratio di base e di buon senso”: se l’operazione di scorporo della rete dovesse andare in porto e cioè “se questo dovesse essere il risultato finale, cercheremo di dare il nostro contributo sia in termini di capitale per le infrastrutture del Paese sia per evitare duplicazioni degli investimenti”.

“I colloqui ci sono stati e, come abbiamo dichiarato pubblicamente, l’interesse della Cassa depositi e prestiti a partecipare all’eventuale piano di scorporo della rete esiste ed è concreto”, ha aggiunto Gorno Tempini, precisando che “per ragioni ovvie, tenuto conto della natura di società quotata, noi abbiamo sottoscritto un accordo di riservatezza” sui colloqui avvenuti.

Gorno Tempini ha anche sottolineato che “eventuali denari del Fondo o della Cdp dovranno essere dedicati alla accelerazione degli investimenti. La nostra logica è quella di guardare al possibile scorporo ma la scelta è di una società privata e attendiamo le determinazioni. L’obiettivo nostro è quello di accelerare gli investimenti nella banda larga”. Questo “è il punto chiave che rappresenta il nostro metro di giudizio per capire de questo investimento è cosa buona e giusta da fare oppure no”.

Il settore delle telecomunicazioni è “un settore decisivo per il nostro Paese. Da qui – ha rilevato a sua volta il presidente della Cdp, Franco Bassanini – la nostra attenzione e disponibilità per vedere se ci sono delle cose che si possono fare nell’interesse del Paese”.

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