Alcune misure del decreto Sblocca Italia “potranno consentire un consistente incremento degli interventi di Cdp per l’ammodernamento delle reti tlc di nuova generazione”. Lo ha detto il presidente di Cassa depositi e prestiti, Franco Bassanini nel corso di un’audizione alla Camera. Gli investimenti “potranno avvenire anche mediante i fondi partecipati dalla Cassa tra i quali F2i e Fsi, azionisti di Metroweb“.
All’articolo 6 del decreto Sblocca Italia sono previste le “agevolazioni per la realizzazione di reti di comunicazione elettronica a banda ultralarga” e le norme “di semplificazione per le procedure di scavo e di posa aerea dei cavi, nonché per la realizzazione delle reti di telecomunicazioni mobili”.
Il cuore del provvedimento è nell’introduzione “in via sperimentale, fino al 31 dicembre 2015, del credito d’imposta sull’Ires e Irap fino al 50% del costo massimo dell’investimento” per gli interventi strutturali sulla rete fissa e mobile, per impianti wireless e via satellite, inclusi gli interventi infrastrutturali di backhaul, per l’accesso alla banda ultralarga. Avranno diritto alle agevolazioni gli interventi nuovi, che non siano già previsti in piani industriali o finanziari approvati prima del 31 luglio 2014, e che abbiano l’obiettivo di assicurare il servizio a banda ultralarga “a tutti i soggetti potenzialmente interessati insistenti nell’area considerata”.
La legge prevede tra l’altro che gli investimenti siano realizzati antro due anni dall’entrata in vigore della legge, e dettaglia le soglie minime per gli investimenti nei singoli comuni: 200mila euro per quelli con meno di 5mila abitanti (con i lavorai da realizzare entro 9 mesi), 500mila euro per i comuni tra i 5 e i 10mila abitanti (12 mesi per il completamento), un milione di euro per i comuni sopra i 10mila abitanti.
Le modalità e le disposizioni attuative dovranno essere emanate ora entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, a cura del Mise, del ministro delle infrastrutture e dei trasporti e del ministro dell’Economia e delle finanze, con il parere dell’agenzia delle entrate.
Il decreto comporta inoltre, come semplificazione, che in caso di “variazioni non sostanziali degli impianti”, per accelerare la realizzazione degli investimenti per il completamento della rete di banda larga mobile, “nel caso di modifiche delle caratteristiche degli impianti già provvisti di titolo abilitativo, che comportino aumenti delle altezze non superiori a 1 metro e aumenti della superficie di sagoma non superiori a 1,5 metri quadrati, è sufficiente una autocertificazione descrittiva della variazione dimensionale, da inviare contestualmente all’attuazione dell’intervento ai medesimi organismi che hanno rilasciato i titoli”. Allo stesso modo non sarà più soggetta ad autorizzazione paesaggistica “l’installazione o la modifica di impianti di radiotelefonia mobile, da eseguire su edifici e tralicci preesistenti, che comportino la realizzazione di pali di supporto per antenne di altezza non superiore a 1,5 metri e superficie delle medesime antenne non superiore a 0,5 metri quadrati”.