“Non c’è dubbio che l’intervento più efficace per risolvere i problemi di due business model differenti sia quello di fare una separazione che può essere volontaria – Telecom Italia ha avviato un processo in questo senso ma non si è capito se procederà e in che tempi – oppure può essere decisa da Governo e Parlamento, come si è fatto per Terna e Snam. Non c’è niente di sconvolgente in questo, il regolatore ha deciso in ragione di politiche pubbliche”.
Lo afferma il presidente di Cdp, Franco Bassanini, nel corso di un intervento al convegno “DigitalxItalia” di Capri, indicando la separazione della rete come strada per venire incontro a due business model divergenti, da un lato quello di una società di servizi “centrato sul breve-medio periodo, di investire quando c’è la domanda, solo quando so che il mio investimento può dare dei ritorni adeguati” e dall’altro quello delle aziende infrastrutturali, “di medio-lungo periodo, che investono ora perché la domanda sta per arrivare e bisogna essere pronti ad intercettare la domanda che arriva”.
Bassanini si dice dunque favorevole a una separazione della rete: “Diamo 2-3 anni di tempo per fare, nei modi che le società riterranno più opportune, l’unbundling della rete. Enel l’ha fatto, Eni l’ha fatto e a posteriori ha fatto un colossale affare e il mercato ha apprezzato. Naturalmente è una scelta regolatoria impegnativa – prosegue il presidente della Cassa – che deve poi lasciare le società libere di decidere cosa fare”.