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Batterie tallone d’Achille, 4G “succhia-energia”

Autonomia dei device troppo limitata in rapporto alla fame di app e connettività dei nuovi dispositivi che consumano sempre di più

Pubblicato il 21 Apr 2012

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La durata della batteria è il fattore chiave che determina il livello di gradimento dei possessori di smartphone. Lo dicono gli utenti nei forum specializzati e lo ripetono anche gli esperti: la cosa più importante per i clienti è che la batteria duri tanto e non si scarichi sul più bello. Secondo un recente studio condotto da J.D. Power and Associates, la “battery life” è il tallone d’Achille degli smartphone. Lo sanno bene anche i carrier e i produttori di device, chiamati in causa dagli utenti per problemi che di fatto non dipendono da loro, ma dalla scarsa performance delle batterie agli ioni di litio. E’ questa la tecnologia standard usata per le batterie degli smartphone, la cui capacità troppo spesso non risponde alla crescente fame di app e di connettività degli utenti. “Una batteria che dura troppo poco può indurre nei clienti la percezione che i problemi siano legati a difetti e malfunzionamenti dello smartphone, quando in realtà le cose non stanno così”, dice Kirk Parsons, direttore dei servizi Wireless di J.D. Power and Associates, aggiungendo che spesso e volentieri i clienti si rivolgono al rivenditore e chiedono di sostituire lo smartphone nuovo di zecca se non sono soddisfatti della performance della batteria.


Ma perché la batteria dello smartphone “succhia” così tanta energia? Le batterie agli ioni di litio, standard tecnologico delle batterie da decenni, hanno raggiunto il loro limite massimo di capacità. La batteria non può diventare più grande di quanto non sia già. Più di tanto non può fare. Negli ultimi 15 anni l’efficienza delle batterie non ha fatto passi da gigante.
Nel contempo, con il boom degli smartphone e delle connessioni wireless superveloci, la domanda di energia aumenta a vista d’occhio. La sete di banda larga e la domanda di energia per far girare le app sugli smartphone supera di gran lunga i miglioramenti tecnologici delle batterie agli ioni di litio, la cui capacità cresce ormai appena dell’1% all’anno. In altre parole, la domanda di energia cresce a ritmi doppi rispetto alla reale performance delle batterie.


Una discrepanza, quella fra domanda di connettività e servizi multimediali in mobilità e energia, che non sembra trovarsi in cima ai pensieri degli sviluppatori di app, che oggi come oggi non tengono in considerazione il problema, realizzando applicazioni che spesso consumano troppo.
In questo contesto, il prossimo avvento di massa sul mercato delle reti e dei dispositivi 4G non farà che peggiorare il quadro. Anche perché, secondo gli esperti, i device 4G hanno una “battery life” deludente, mentre la promessa di streaming a gogò in mobilità fa a pugni con lo smartphone che si spegne sul più bello. I nuovi smartphone, muniti di microchip 4G, hanno bisogno di molta più capacità per elaborare e decodificare quantità di dati sempre crescenti codificati nello spettro Lte. Ciliegina sulla torta, gli smartphone 4G incorporano due set di microchip (dual core) uno per connettersi alle reti 4G, l’altro per collegarsi alle vecchie reti 3G. Il risultato è presto detto: sei fortunato se la batteria del tuo smartphone ti dura tutto il giorno. Certo, i telefoni “dual core” sono in grado di risparmiare energia delegando ad uno dei due set di processori semplici funzioni come l’invio di un sms o l’uso della calcolatrice, facendo per così dire riposare l’altro set di micorchip.


Per salvare capra e cavoli, i produttori di smartphone si ingegnano e cercano in tutti i modi di limitare i consumi. Un compito arduo, visto che gli schermi dei device sono sempre più grandi, le immagini sempre più definite e l’alta definizione “succhia” energia. Che fare? Una misura è diminuire la luminosità dello schermo, o realizzare schermi che consumano meno. Un altro fattore ad alto consumo energetico sono le app, sempre più sofisticate, senza dimenticare altri “succhia energia” fra cui Bluetooth, Wi-Fi e segnali radio Gps, componenti che di norma operano in simultanea. La app del navigatore, ad esempio, mangia la batteria a vista d’occhio.


Apple è molto attenta all’aspetto energia, tanto che prima di ottenere l’ok per sbarcare sull’App Store una nuova app deve passare sotto le Forche Caudine dei consumi sostenibili. Una app per videogame che si collega al Gps ogni 10 secondi, succhiando enormi quantitativi di batteria, non otterrebbe mai il via libera di Apple.


Secondo gli esperti, l’Android market ospita invece app più “allegre” sul fronte consumi. Alcuni trucchetti per risparmiare energia: rinunciare a lussi come il Gps e lo schermo luminoso; ridurre al minimo il time out dello schermo, massimo 15 secondi; spegnere Bluetooth e Wi-Fi quando non lo usi.

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