Niente ribaltoni in Telecom Italia in vista dell’assemblea degli azionisti del 20 dicembre, chiamata a votare sulla revoca del cda chiesta dal socio Marco Fossati, le sgr che hanno presentato una lista di minoranza non sono fondi attivisti e non puntano a prendere il timone del gruppo. A spiegarlo è Andrea Beltratti, presidente di Eurizon Capital, in un’intervista a La Stampa.
“Non sono entrato nelle scelte del Comitato dei Gestori ma l’obiettivo in Telecom non è in nessun caso quello di avere una lista di maggioranza, o che possa diventare tale, questo in armonia con gli obiettivi dei gestori – ha detto – Lo scopo dei colleghi delle sgr che hanno lavorato nel Comitato è stato quello di fornire una lista di minoranza in linea con il regolamento. Non si punta mai a gestire le società, anche nel caso di Telecom sarà così”.
“Nei mercati anglosassoni ci sono hedge fund attivisti che incidono sulla governance anche pesantemente – ha proseguito Beltratti – le nostre finalità sono differenti. I fondi lavorano esercitando il diritto di voto per conto dei partecipanti. Lavoriamo per i diritti degli azionisti di minoranza, presentando candidati di qualità e sempre indipendenti, che non rappresentano nemmeno i fondi ma difendono gli interessi di tutti i soci”.
Ai piccoli azionisti che accusano i fondi di tradire la fiducia delle minorities a causa del conflitto di interesse con le banche Beltratti risponde che non c’è “nulla di più falso”. “Le Sgr lavorano in autonomia con dei protocolli che fanno sì che le scelte vengano prese dai consigli senza ingereneze. Per quanto riguarda Eurizon (controllata da Intesa Sanpaolo ndr) 8 consiglieri su 11 sono indipendenti”.
Per Asati le dichiarazioni di Beltratti sono “potenzialmente fuorvianti e vaghe”. I piccoli azionisti, che fanno notare che “Eurizon è un fondo posseduto al 100% da Intesa Sanpaolo, uno degli azionisti significativi dell’azionista di controllo Telco”, sottolineano che sia l’associazione che Findim “hanno chiaramente affermato che i propri voti non sono per il controllo della societa’ essendo veicolati su una lista di minoranza” e quindi “non capiamo a chi siano rivolte queste dichiarazioni e che significato abbiano e soprattutto ci chiediamo se tutte le minorities hanno lo stesso obiettivo”.
Asati invita Beltratti a verificare “se esiste un potenziale conflitto di interessi per quanto esposto in precedenza e ancora se i cittadini risparmiatori che hanno investito i loro risparmi nel suo fondo hanno dato a lui la delega di come votare in assemblea a differenza invece dei piccoli azionisti associati in Asati che hanno dato delega su come votare”.