“La regolamentazione dell’accesso, dei servizi di unbundling e dell’interconnessione è di competenza delle autorità nazionali di regolazione”: è quanto sottolinea Georg Serentschy, chairman del Berec (European Regulators Group for Electronic Communications) in riferimento all’emendamento italiano al Dl semplificazioni (che ha ottenuto ieri la fiducia alla Camera), che obbliga la disaggregazione dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia,
“L’intervento del parlamento nazionale in questa materia viola il principio di indipendenza dell’Authority ed è contro la norma europea”, aggiunge. "Il Berec ha i poteri di valutare l’ attuazione delle decisioni sulla regolamentazione delle telecomunicazioni nei mercati regolamentati, compreso i servizi di unbundling".
Sull’emendamento è tornata nuovamente l’Asati, l’asssociazione che rappresenta i piccoli azionisti di Telecom Italia, che chiede la rettifica al Senato. "I parlamentari leghisti Fava e Saglia che hanno proposto l’emendamento sulla separazione dei costi di manutenzione della rete di accesso di Telecom Italia – sottolinea il presidente Franco Lombardi – denotano una totale incompetenza in materia; e plaudono anche all’approvazione (verosimilmente provvisoria) di questo provvedimento con farneticazioni ed argomentazioni che suscitano ilarità – peccato che usino il Parlamento e non un teatrino padano. Sarebbe quindi vano ogni tentativo di spiegare loro fatti tecnici, economici e normativi".
Uilcom Uil, Slc Cgil e Fistel Cisl hanno intanto deciso di convocare i propri organismi di rappresentanza e approvare un ordine del giorno in cui si da pieno mandato alle segreterie nazionali per attivare tutte le iniziative che possono portare a contrastare l’approvazione della norma. "“La messa a rischio con la perdita di migliaia di posti di lavoro in Telecom Italia a seguito della norma approvata nelle commissioni ha posto il sindacato davanti alla responsabilità di sottolineare la leggerezza con cui si affrontano materie delicate, in un momento così difficile per il paese, che rischiano di portare a destrutturare imprese d’importanza nazionale. Materia tra l’altro già normata dall’organismo di vigilanza Agcom, l’unica titolata a intervenire su questa materia”, sottolinea Bruno Di Cola Segretario Generale Uilcom.
A favore della misura si schiera invece l’Ecta, l’associazione di categoria pan-europea che rappresenta oltre 100 operatori di telecomunicazioni. "I consumatori hanno beneficiato di una maggiore concorrenza nel settore delle telecomunicazioni sin dalla sua liberalizzazione, che ha prodotto la riduzione dei prezzi al consumo, maggiore velocità ed offerte innovative. La legge italiana ha fatto ora un ulteriore passo avanti e richiede la liberalizzazione dei servizi di attivazione, di manutenzione e riparazione dei guasti dei servizi d’accesso, aprendo questi servizi ancillari alla concorrenza. Questa misura dovrebbe portare prezzi più bassi ed una migliore qualità dei servizi ai consumatori grazie alla maggiore concorrenza.
Questi servizi in Italia sono già affidati a fornitori esterni, ma l’operatore dominante ha attualmente un monopolio nella negoziazione di tali accordi. Sarebbe ora consentito agli operatori alternativi di negoziare direttamente con gli stessi fornitori esterni, portando verosimilmente alla riduzione dei prezzi ed a prestazioni più efficienti. Porre fine ad un monopolio non può che tradursi in prezzi più competitivi e migliori servizi ai consumatori finali.
Qualsiasi iniziativa in grado di raggiungere un maggior grado di liberalizzazioni nel settore e i benefici connessi – senza minacciare il ruolo e le competenze delle autorità nazionali di regolamentazione e il controllo dell’Europa – deve essere incoraggiata".