“Chiediamo alla Commissione europea di prendere posizione contro ciò che può solo essere descritto come una tendenza preoccupante, e siamo fiduciosi che la Commissione seguirà attentamente gli sviluppi in Italia e avvii prontamente la procedura di infrazione nel caso il decreto diventi legge”. Il Berec, l’organismo europeo che rappresenta le 27 Autorità di regolazione nazionali, torna sull’emendamento italiano al Dl Semplificazioni, già licenziato dalla Camera (il testo ora approda al Senato) che obbliga la disaggregazione dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia.
Venerdì 9 marzo il presidente Georg Serentschy si era già espresso contro la misura. Ed oggi con un documento ufficiale l’Authority europea ha messo nero su bianco la propria posizione. “Secondo la legge europea, l’imposizione di regolamentazione economica, compresi gli obblighi di accesso, agli operatori italiani è materia esclusiva del regolatore nazionale, l’Agcom. – si legge nel documento -. E’ così dal 2009, ossia da quando è stato adottato il nuovo Framework secondo cui i regolatori nazionali devono operare in maniera indipendente da qualsiasi altro organismo in relazione allo svolgimento dei loro compiti di regolamentazione”. Già nel dicembre del 2009- ricorda il Berec – la questione era stata esaminata dalla Corte di giustizia europea “quando ha stabilito che il quadro conferisce chiaramente al regolatore – e non al legislatore nazionale – il compito di determinare la necessità di una regolamentazione dei mercati nazionali delle telecomunicazioni. I regolatori, nell’esercizio delle funzioni di regolamentazione loro assegnate, hanno un "ampio potere discrezionale al fine di essere in grado di determinare la necessità di regolamentare un mercato in base ad ogni situazione caso per caso".
Secondo il Berec “questa non è la prima volta che l’integrità e l’indipendenza dei regolatori nazionali delle telecomunicazioni è stata minacciata dalle azioni dei governi nazionali o dai legislatori. In casi precedenti la Commissione europea ha espresso le proprie preoccupazioni e avviato le opportune azioni legali”.
Oggi, inoltre, i segretari generali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno inviato una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, chiedendo un incontro urgente: “Sentiamo il dovere di comunicarle la grande preoccupazione dei lavoratori di Telecom per le conseguenze che l’emendamento sulla disaggregazione dei costi di affitto e manutenzione delle linee telefoniche all’ingrosso, può provocare sulla tenuta complessiva dell’occupazione nell’ex monopolista”, si legge. “Le conseguenze della norma, introdotta in un mercato tra i più liberalizzati e concorrenziali dell’UE – prosegue la lettera – rischiano da un lato di destabilizzare il mercato e il ruolo di indipendenza e autonomia dell’Agcom e dall’altro di generare esuberi e confusione nella gestione della Rete con l’intervento di soggetti diversi, senza alcun controllo, e la proliferazione di sub-sub-appalti, che spesso nascondono, per la bassa marginalità, lavoro irregolare, evasione contributiva, fiscale e bassissimi livelli di qualità del servizio” “Crediamo che il Governo non possa condividere questa norma, estranea alle liberalizzazioni, sottoposta a verifica di legittimità da parte della Commissione Europea e che rischia di creare ulteriori disoccupati in un settore che ha già perso decine di migliaia di posti di lavoro.”