"È urgente una celere razionalizzazione dell'uso dello
spettro radioelettrico da parte delle emittenti locali, in modo da
garantire agli operatori mobili la certezza giuridica di acquisire,
nei tempi più brevi, l'effettiva disponibilità della banda di
frequenza a 800 MHz che sarà oggetto di gara". Lo ha detto
l'mministratore delegato di Telecom Italia nel corso di
un'audizione alla Commissione Lavori pubblici del Senato sulla
banda larga, aggiungendo che "in mancanza di queste certezze
potrebbe risultare difficilmente conseguibile l'obiettivo posto
dalla Legge di Stabilità circa le entrate conseguenti alla gara
(2,4 miliardi di euro entro settembre 2011)".
Piano investimenti Telecom 2011-2013
Telecom Italia, dopo i 3,1 miliardi di euro del 2010, nel triennio
2011-2013 investirà, in Italia, ulteriori 8,7 miliardi. Lo ha
detto Bernabè nel corso dell'audizione in Senato, aggiungendo
che questi investimenti consentiranno al gruppo telefonico di
"migliorare la qualità dei servizi all'ingrosso e al
dettaglio, ampliare la copertura broadband, sviluppare
l'ultra-broadband a partire dalle aree geografiche a maggiore
domanda potenziale".
Gli investimenti, in ogni caso, riguarderanno anche la vecchia rete
in rame per la quale, ha precisato Bernabè, "appaiono del
tutto irrealistiche le ipotesi di rapida dismissione": la rete
in rame "continuerà, ancora per molti anni, a garantire i
servizi telefonici e l'accesso broadband alla maggioranza della
popolazione".
Per questo Telecom investirà, nell'arco del piano, circa 700
milioni l'anno per realizzare nuovi accessi base in rame,
manutenere la gran mole di apparati della rete di accesso e
migliorare le prestazioni della rete stessa. Per quanto riguarda
invece le reti di nuova generazione (Ngn), Bernabè ha sottolineato
che il tavolo Romani, che prevede la realizzazione di una società
per lo sviluppo delle infrastrutture passive in aree in cui non
siano stati pianificati investimenti da parte degli operatori,
"i lavori proseguono in maniera proficua".
L'attacco agli over the top
I cosiddetti "over
the top", vale a dire i big di Internet come Google e
Facebook, dovrebbero contribuire agli investimenti per le reti di
tlc: attualmente, secondo Bernabè, non solo fanno "ricavi
importantissimi", ma "non lasciano occupazione e risorse
fiscali in capo ai paesi in cui vengono realizzati".
"Si stima – ha aggiunto Bernabè – che nei prossimi quattro
anni gli operatori europei dovranno investire circa 20 miliardi di
euro per preservare le attuali prestazioni delle reti mobili.
Considerando anche gli aumenti di capacità necessari sulle reti
fisse, gli investimenti complessivi superano 30 miliardi di euro,
pari a circa il 10% del fatturato annuo
dell'industria".
Per vincere la sfida, ha proseguito durante l'audizione in
Senato, sarà necessario innovare "l'attuale modello di
business che ha consentito agli over the top di raggiungere, a
livello mondiale, ricavi totali analoghi a quelli conseguiti dagli
operatori di rete per l'accesso a Internet (circa 130 miliardi
nel 2010), pur non essendo gravati dagli elevati investimenti
infrastrutturali di questi ultimi".
Insomma, ha concluso, non volendo aumentare i prezzi al dettaglio,
la sostenibilità di Internet nel futuro potrà essere garantita
solo "attraverso meccanismi che aumentino la contribuzione
degli over the top". È evidente, ha poi puntualizzato, che si
tratta di "situazioni che vanno affrontate sul piano politico
con grandissima attenzione".