Telecom Italia non ha bisogno di un azionista industriale. Prima serve un progetto industriale, dove Telecom abbia pari dignità. Sui soci finanziari “abbiamo già dato”. Lo ha detto il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabé, in risposta alle speculazioni del mercato che in queste ore ha continuato a scommettere sull’ingresso di un nuovo azionista nel gruppo di Tlc italiano.
“Oggi Telecom è una società fondamentale e di grandissimo rilievo, una società industrialmente forte con un potenziale straordinario e va rilanciata tenendo conto delle circostanze”, ovvero che c’è scarsità di denaro e che negli ultimi anni il Pil italiano è sceso di oltre il 10%, ha detto il manager a margine del workshop Ambrosetti in corso a Cernobbio. L’azienda “non ha bisogno di qualcuno che insegni agli uomini, alle donne, agli ingegneri e ai dirigenti del gruppo cosa fare. E’ stata all’avanguardia a livello internazionale nel settore delle tlc e tale cultura rimane nel suo Dna”.
Per questo “la società è sufficientemente grande e l’idea iniziale che ci fosse la necessità di un azionista industriale ha fatto il suo tempo. Ci vuole un progetto industriale che può vedere un partner industriale dove Telecom abbia pari dignità”. Gli “azionisti finanziari non servono, abbiamo già dato: operazioni con finalità esclusivamente finanziarie non fanno bene al Paese, all’industria e alla crescita dell’occupazione”. Serve invece un progetto industriale che possa vedere partecipare un azionista.
Il presidente di Telecom ha ricordato di essere arrivato nell’azienda all’inizio della crisi economica “che oggi non è ancora finita”. Nonostante questo Telecom ha ridotto il debito e migliorato il posizionamento. “E’ dunque una società molto forte”.