Bernabè: sta al governo decidere se incentivare le reti

Il numero uno di Telecom Italia ha incontrato oggi il commissario all’Agenda digitale Neelie Kroes alla quale ha illustrato il piano Ngn dell’azienda. L’accordo con gli Olo? “Non nelle 13 grandi città”. Sugli esuberi resta ferma la data del 30 luglio per trovare l’intesa con i sindacati

Pubblicato il 22 Lug 2010

"Disponibili a collaborare per la realizzazione delle
infrastrutture nelle aree dove non può esserci più di un
operatore, ma non nelle città dove c'è già la presenza di
più infrastrutture". Le parole di Franco Bernabè, numero uno
di Telecom Italia che oggi a Bruxelles ha incontrato il commissario
all'Agenda digitale Neelie Kroes, ribadiscono l'intenzione
dell'azienda di proseguire con il proprio piano Ngn, che
prevede fra il 2010 e il 2012 un investimento di oltre 9 miliardi
di euro in Italia.

In sostanza, il piano di cooperazione Telecom riguarda 125 città
ed esclude però le 13 grandi città protagoniste del piano Ngn
presentato dagli Olo.

L'Ad di Telecom ha ricordato che le regole le fa
l'Authority e che lo Stato ha comunque lo strumento degli
incentivi e sta dunque al governo la valutazione sulla loro
efficacia e disponibilità.  "E' all'interno di
questo contesto che si esplorerà la possibilità di accordi e si
valuterà se ci sono le condizioni per raggiungerli".

Secondo l'Ad di Telecom il quale ha assicurato a Neelie Kroes
che gli investimenti di Telecom Italia sono e saranno in linea con
gli obiettivi dell'Agenda digitale "va salvaguardata la
dimensione regionale degli investimenti".

In merito alla questione degli esuberi Bernabè ha puntualizzato
che "la scadenza del 30 luglio è seria", riferendosi ai
negoziati in corso. "Il sindacato ha evidenziato un
atteggiamento costruttivo e così, d'altra parte,
l'azienda: per noi la data del 30 luglio è la quella entro la
quale dobbiamo verificare le condizioni per un accordo".

A rispondere subito all'Ad di Telecom, il viceministro alle
Comunicazioni. "Il tavolo tecnico sta dando risultati, anche
se ancora ci sono alcuni punti di dissintonia – ha precisato Paolo
Romani -. Tuttavia Bernabè ha riconosciuto l'importante ruolo
del governo e rispetto al punto di partenza abbiamo fatto molti
passi avanti''.

Riguardo ai tempi per la chiusura del tavolo, Romani ha
sottolineato che si dovrebbe ''concludere con un accordo
entro la fine di luglio. E se non la fine di luglio saranno gli
inizi di settembre''.

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