La solidità finanziaria del gruppo Telecom Italia e le sue capacità di rifinanziamento restano immutate, nonostante il taglio del rating da parte di Moody’s. Lo dice il presidente esecutivo Franco Bernabè, in una dichiarazione a Reuters. “La solidità finanziaria del gruppo rimane intatta, indipendentemente dal livello di rating ad essa associato ieri rispetto ad oggi, e le nostre capacità di rifinanziamento restano immutate”, sottolinea Bernabè che in questi giorni è negli Stati Uniti per un roadshow. “Senza dimenticare che abbiamo già oggi disponibile un margine di liquidità superiore a 16 miliardi di euro fra liquidità e linee bancarie irrevocabili non utilizzate – aggiunge continuiamo a lavorare con determinazione, certi di poter superare indenni questa complessa congiuntura”.
“Sapevamo che il nostro rating era sotto pressione da ottobre 2011, quando era stato messo in negative outlook anche a causa delle difficoltà che stavano vivendo i mercati finanziari europei così come gli Stati sovrani, difficoltà che purtroppo permangono nonostante il superamento della fase acuta”, spiega il presidente esecutivo di Telecom Italia.
“Anche per questo motivo abbiamo deciso di introdurre un nuovo livello di capitale nella nostra struttura finanziaria, in modo da poter affrontare con ancora maggiore serenità ogni tipo di situazione”, conclude Bernabè.
Moody’s ha tagliato il rating sull’emittente Telecom Italia e sulle sue emissioni senior non garantite, da Baa2 a Baa3. L’agenzia ha anche reso noto ieri in tarda serata che su tale valutazione c’è l’outlook negativo, ovvero rischia di essere ritoccata ancora al ribasso. La decisione è direttamente collegata ai risultati dell’esercizio 2012. In particolare, spiega la nota, “riflette gli accresciuti rischi derivanti al suo business dal difficile contesto operativo nel suo mercato chiave, quello domestico”. Inoltre, secondo l’agenzia di valutazione, nonostante le azioni intraprese dalla compagnia, come il taglio del dividendo e il piano di emissioni obbligazionarie ibride, messe in campo per mitigare gli effetti del deterioramento della performance domestica “non sono sufficienti a compensare pienamente l’accresciuto rischio per la compagnia”.
Ieri Equita aveva lanciato l’allarme sugli effetti del taglio della cedola annunciato da Telecom Italia. Dopo il taglio del dividendo, considerato “giusto”, gli esperti ritengono probabile una ulteriore svalutazione da parte dell’azionista Telco da 1,5 a 1,2 euro, con un impatto negativo di circa 100 milioni per Mediobanca e Intesa e 200 milioni per Generali, tutti e tre soci di Telco. In merito al business, Equita giudica il settore domestico molto debole (non prevede un miglioramento nel primo semestre del 2013) e ha tagliato dell’1% la stima di ebitda 2013-15 e l’utile per azione di circa l’8% (10 centesimi nel 2013).
Per quanto riguarda il titolo, su cui Equita mantiene una visione neutrale, gli analisti, che si aspettano un business trend molto negativo nel primo semestre 2013, stimano che lo sconto tra ordinarie (0,6555 euro) e risparmio (0,56 euro) si allarghera’ ulteriormente a 18-20% circa.
Banca Akros ha ribadito raccomandazione accumulate su Telecom, tagliando il target price da 0,90 a 0,80 euro, citando come catalizzatori lo scorporo della rete e la diminuzione dello spread. Kepler ha ridotto il prezzo obiettivo a 1 euro da 1,1 euro, con rating buy, poiché i target del nuovo piano scontano una visione realistica di indebolimento del trend operativo in Italia e il potenziale di taglio costi nel breve termine, anche se Telecom deve risolvere il tema del debito in maniera più strutturale.
E sempre ieri Fitch ha confermato il rating BBB di Telecom Italia con un outlook negativo. Nella sua nota, l’agenzia giustifica la scelta spiegando che “l’intenzione dell’azienda di rafforzare lo stato patrimoniale dimezzando i dividendi agli azionisti e emettendo nei prossimi 24 mesi bond ibridi per 3 miliardi di euro , in parte controbilancia la performance domestica piu’ debole del previsto”.