Dal tavolo Romani sulla rete di nuova generazione sono arrivate
delle indicazioni che, per Telecom Italia, rappresentano "un
passo in avanti rispetto alle precedenti posizioni". È il
commento del presidente esecutivo del gruppo, Franco Bernabè, a
margine del workshop Etno a Trento. Tra le modifiche giudicate
positivamente rispetto alle indicazioni iniziali vi è
l’introduzione del “principio di sussidiarietà”.
L’impressione, comunque, è che si sia ancora trovata una quadra
delle posizioni . “Stiamo ancora esaminando le indicazioni
arrivate. Formuleremo i nostri commenti e li comunicheremo al
ministro entro la prossima settimana”.
Stamattina, in apertura del workshop, il presidente esescutivo ha
invece sottolineato come, nonostante il pessimismo dei mercati, la
battaglia degli operatori di telecomunicazioni rispetto agli
"Over the top", come Facebook o Google, non è ancora
persa.
"Noi – ha detto Bernabè, respingendo il ruolo di semplici
"portatori di bit" – abbiamo il ruolo di portatori di
innovazione e nonostante l'opinione pessimistica dei mercati
finanziari, che pensano che la battaglia sia stata già vinta dagli
"Over the top", io penso che abbiamo davanti a noi aree
ancora completamente inesplorate che ci permetteranno di rilanciare
l'industria".
Il futuro delle telco guarda in due direzioni: la banda ultralarga,
per cui però manca ancora una domanda sufficiente, anche perché
non ci sono prodotti di elettronica consumer che richiedano una
rete in fibra per essere sfruttati, e i nuovi servizi in quei
settori dove gli over the top non stanno riuscendo a creare valore,
con un focus particolare sulla sicurezza e sulla protezione dei
dati.
"Attualmente non ci sono segni" di domanda per
"servizi a banda ultra-larga", ha attaccato Bernabè.
"Se guardiamo allo scenario di mercato attuale, ciò che guida
la domanda degli utenti e la crescita della larghezza di banda è
l'elettronica di consumo", ha chiosato, ricordando come
oggi lo sfruttamento maggiore delle reti mobili sia causati
soprattutto da smartphone e tablet.
Tuttavia, secondo Bernabè, proprio l'assenza di apparecchi che
non richiedono una banda ultralarga "implica che gli utenti
non siano disposti a pagare un prezzo addizionale per sottoscrivere
servizi di internet super veloce": perché questo avvenga, ha
aggiunto il manager, "bisogna che l'industria
dell'elettronica crei nuovi prodotti" e, "come spesso
accade nella societa' moderna, vengano creati nuovi bisogni che
ancora non esistono".
Se quello delle Ngn è uno degli snodi cruciali che le società di
telecomunicazione affronteranno nei prossimi anni, un altro
riguarda sicuramente il rapporto con gli over the top.
"Nonostante la visione pessimistica dei mercati finanziari,
che credono che la battaglia sia stata vinta dagli over the top, io
penso che noi abbiamo ancora delle aree completamente inesplorate
che ci aiuteranno a rivitalizzare l'industria", ha detto
il presidente di Telecom.
In particolare le telco, per contrastare il peso crescente nel
settore da parte di aziende come Google, Facebook e altre, possono
puntare sui mercati dove questi hanno avuto più difficoltà a
creare valore. Bernabè si è soffermato su come si sia venuta a
creare, negli anni, una separazione fra "infrastruttura e
servizi", che ha "abbassato le barriere
d'ingresso" del settore delle telecomunicazioni per nuovi
gruppi, cosa che "ha reso il mercato molto piu'
competitivo", allargando la scala, nel settore dei servizi, da
nazionale a globale.
Esistono tuttavia temi su cui per le telco è possibile
"restituire il colpo", come appunto sicurezza e
protezione dei dati. Per quanto riguarda la sicurezza, il manager
ha sottolineato come "negli ultimi tempi abbiamo visto una
crescita dei problemi relativi alle fughe di dati" e come
anche "compagnie del settore della difesa, come la Lockheed
Martin, abbiano visto le loro cyber-difese penetrate": proprio
per questo "l'opinione pubblica sul tema si è
alzata" e le autorità, sia negli Usa che in Europa,
"stanno iniziando a guardare con piu' attenzione a come i
dati elettronici sono trattati".
Sul secondo tema, invece, "sembra esserci una domanda
crescente di protezione dei dati", anche personali, come
dimostrato dai "molti gruppi di consumatori che si sono
rumorosamente lamentati dell'imprudente escalation sulle
politiche di protezioni dei dati di Facebook". Per Bernabè,
che ha citato due diverse versioni della policy sulla privacy del
social network, "lo scenario è chiaro": originariamente
Facebook "ha guadagnato la sua base utenti offrendo loro
semplici e potenti controlli sulle loro informazioni
personali", mentre ora, diventato "più grande e più
importante", usa "il suo status e il suo successo per
raccogliere e sfruttare sempre più informazioni per scopi
commerciali".
"Anche in questo caso – ha aggiunto il presidente di Telecom –
potrebbe esserci una crescente richiesta per soluzioni che
consentano ai consumatori e alle aziende di riguadagnare parte del
controllo dei dati personali che vogliono condividere con altre
persone"; soluzioni che, per il manager, potrebbero arrivare
dagli operatori di telecomunicazione che, "per una volta non
corrono nemmeno il rischio di una cannibalizzazione dei servizi, ma
piuttosto possono essere loro a intaccare i ricavi degli over the
top".