Bernabè: “Telecom ha bisogno di stabilità”

“All’azienda non servono fuochi di artificio, ma una prospettiva di continuità e di crescita nel tempo”

Pubblicato il 11 Mar 2011

"Telecom Italia ha bisogno di stabilità perché di
instabilità ne ha avuta fin troppa. Oggi servono risultati non
clamorosi ma continuativi". Lo ha detto l'amministratore
delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, all'odierno
convegno dell'Asati, l'associazione che riunisce i piccoli
azionisti del gruppo.

Il numero uno di Telecom ha ripercorso le tappe di un cammino che
ha portato l'azienda alla riduzione del debito e ha annunciato
che nel 2012 "si arriverà con un debito alla
normalità". "Telecom non ha bisogno di fuochi di
artificio ma di una prospettiva in cui gradualmente continueremo a
migliorare, crescere, sviluppare".

Bernabè ha puntualizzato che nei primi due anni il lavoro sulla
riduzione del debito non si è visto perché la società godeva di
importanti scudi fiscali. Dal 2008 è stata soggetta ad una
fiscalità piena che ha assorbito risorse importanti. Ha pesato
anche il contenzioso risolto tra il 2008 e il 2009. "Solo nel
2010 la situazione si è normalizzata portando ad una riduzione
dell'indebitamento di 5 miliardi in tre anni.

Il risultato è stato raggiunto anche grazie "a un enorme
sforzo gestionale sui costi" con tagli per 4 miliardi e del
contributo dato sempre per la riduzione dell'indebitamento
dalla cessione di partecipazioni in Francia, Germania e Cuba con
"nessuna possibilità di crescere". Ancora: "il
taglio dei costi è servito per aumentare la competitività
dell'azienda perché è stato trasferito integralmente ai
consumatori e ciò ha portato a una riduzione dei prezzi del 25%
solo nell'ultimo anno e a un aumento dei volumi del 25%"
nel settore mobile. Tra i risultati conseguiti quelli del business
in Brasile e Argentina che garantiscono al gruppo "una
presenza importante e strategica in America Latina". Il top
manager ha infine rivendicato il non aver "dato ascolto alle
sirene che in nome della riduzione dell'indebitamento volevano
che Telecom cedesse anche la rete. Mi chiedo cosa sarebbe successo,
ha concluso, se avessi dato ascolto alle sirene di
allora".

Gli azionisti si sono visti ridurre i dividendi in modo rilevante,
dividendi che per il mercato sono decisivi a dare un valore al
titolo.Bernabè ha però ricordato che comunque agli azionisti in
dieci anni sono stati distribuiti dividendi per quasi 60
miliardi.

Riguardo alla governance, la questione più spinosa sul tavolo del
cda, il manager sottolinea che "deve esserci un sistema che
assicuri che l'azienda venga gestita con una corretta
distribuzione dei ruoli". "La governance perché non sia
un ossimoro bisogna che governi".

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