Debito sostenibile e nessuna cessione per Telecom Italia. In
un’intervista rilasciata a Repubblica Tv e riportata oggi sul
quotidiano, Franco Bernabè esclude cessioni. "Per ora non
c'è nessuna dismissione" ha precisato, sottolineando che
"il debito della società è in linea con quello di altre
società del settore, ed è perfettamente sostenibile considerata
la cassa che generata".
Bernabè ha inoltre difeso l'operato del management nel guidare
Telecom nonostante gli scarsi risultati del titolo in Borsa,
sottolineando che "la società ha ridotto il debito ed è
stata migliorata l'efficienza" del gruppo.
"I miracoli – ha detto – avvengono solo nella finanza, che
però sposta la ricchezza, mentre noi la creiamo. Abbiamo la
dimensione internazionale di Telecom, in Brasile e Argentina, la
società è leader in Sud America" e Telecom sta tornando ad
essere una grande società delle telecomunicazioni.
L’Ad inoltre replica indirettamente a Sergio Marchionne:
"Non direi mai che senza l'Italia Telecom sarebbe
meglio".
"Noi – ha detto ancora riferendosi a Fiat – abbiamo fatto una
scelta diversa a livello di relazioni industriali. Crediamo – ha
concluso che con i sindacati ci si debba confrontare". A
questo propositi ha anche affrontato il tema degli esuberi
ricordando l’accordo chiuso il 4 agosto con i sindacati .“Tutto
quello che succederà nei prossimi due anni verrà definito
all’interno di quello schema condiviso”, ha precisato.
Per quanto riguarda la spinosa questione della banda larga l'Ad
ha ricordato che gli 800 milioni promessi dal governo per colmare
il digital divide "non sono mai arrivati". "Con il
supporto della Banca europea degli investimenti abbiamo investito
in progetti per superare il problema di chi non ha accesso a
Internet".
Infine il contesto economico. "L'euro – ha affermato – non
è a rischio: nessuno ha un interesse oggettivo", in quanto
"sia le economie forti come la Germania sia le economie più
fragili beneficiano dell'euro". Per Bernabè l'uscita
dalla crisi dipenderà "dalla tempestività e
dall'efficienza delle risposte di politica monetaria". I
mercati, secondo il manager, "vogliono sicurezza e non
incertezza o dichiarazioni di paura, ma indicazioni di un solido
presidio", ha concluso.