VIA ALLO SPIN OFF

Bernabè: “TI resterà italiana”, ma il titolo va a picco in Borsa

Meno 5,8% a Piazza Affari. Ma soffrono tutte le telco europee. Il dossier scorporo già sul tavolo di Agcom. Cardani: “Valuteremo tempestivamente”. Consultazioni anche con Cdp

Pubblicato il 31 Mag 2013

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“La rete di Telecom è un asset strategico “e continuerà a rimanere italiana”. Risponde così il presidente di Telecom Italia Franco Bernabè ai microfoni del Tg5 dopo l’approvazione da parte del Cda di societarizzare la Rete. “Abbiamo voluto dare una scossa al sistema di telecomunicazioni italiano per liberare le grandi energie che questo settore ha – ha detto il presidente esecutivo di Telecom – Con questa innovazione saremo in grado di offrire tante possibilità ai cittadini e ai nostri concorrenti, tante possibilità al Paese di crescere”.

Lo scorporo della rete rappresenta per Telecom “più flessibilità, spinta all’innovazione e minori vincoli di quelli che oggi abbiamo – ha puntualizzato – Per i concorrenti significa più parità di accesso, anche se è già sostanziale, perché sarà anche giuridicamente sanzionata”. Per i clienti, invece, lo scorporo comporta “più concorrenza e migliori servizi”. Infine, per il Paese, si tratta di “un passo avanti verso una grande infrastruttura a banda ultra larga, che creerà anche nuovi posti di lavoro”.

A margine dell’assemblea della Banca d’Italia, l’Ad di Telecom, Marco Patuano ha annunciato che le valutazioni sulla tempistica delle operazioni di scorporo della rete “saranno fatte con gli organi competenti, sia l’authority che gli organi di governo della Cdp”.

Intanto oggi Telecom è presa di mira dagli ordini in vendita a Piazza Affari. Stamattina il titolo crollava a -5% ed è stato sospeso per poi tornare agli scambi, segnando una flessione del 3,93% a 0,611 euro. In serata Telecom ha chiuso a -5,8% a 0,59 euro.

Il calo non è legato solo allo spin off: va sottolineato che negli ultimi giorni tutto il settore delle Tlc è sceso. Sia Deutsche Telekom sia France Telecom hanno perso molto nelle ultime sedute. Il movimento del comparto potrebbe anche essere dettato dalla parole del commissario europeo alle Tlc, Neelie Kroes, che ha chiesto un taglio delle tariffe al roaming internazionale.

Sul fronte azionisti di Telco, la holding che controlla Telecom, Intesa SanPaolo “non ha alcuna perplessità sullo scorporo della rete Telecom avviato ieri dal cda”, dice l’Ad di Intesa San Paolo. “Vedremo quali saranno più in dettaglio le deliberazioni, ma lo vediamo positivamente – ha spiegato Enrico Cucchiani – L’asset rimarrà strategico e in mani italiane e questo darà a Telecom maggiore flessibilità per esplorare tutte le opzioni possibili e rafforzare la propria posizione anche con l’accesso di altri gruppi del settore”.

E’ bastata un’ora al cda – in trasferta a Roma – per approvare, anche se non all’unanimità, il progetto. Telefonica si è astenuta e Luigi Zingales, consigliere indipendente, ha votato contro. Per gli spagnoli a Roma c’era solo Julio Linares, assente Cesar Alierta, il presidente di Telefonica. Si è dunque ammorbidita la posizione del socio industriale di Telecom che non commenta ma, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe stato da sempre contrario alla separazione della Rete temendo che la decisione, senza precedenti almeno in Europa, si ripercuota in casa propria. Per implementare il progetto servirà tempo, si parla di un anno e mezzo, ma è già stato a grandi linee definito che in Opac – per ora possiamo chiamare così la newco che nascerà – confluiranno la rete di accesso passiva sia in rame che in fibra e quella parte attiva di fibra contenuta nei cabinet e l”optical line termination, mentre l’Adsl resterà a Telecom. La nuova società venderà l’unbundling e il virtual unbundling local acces per le reti di nuova generazione.

Telecom Italia ha già inviato una lettera ad Agcom – e per conoscenza al premier Enrico Letta e al ministero per lo Sviluppo economico, Flavio Zanonato e a al titolare del Mef, Fabrizio Saccomanni – per avviare la procedura di vaglio. “La nota pervenuta – fa sapere Agcom – sarà tempestivamente esaminata dagli uffici dell’Autorità per una iniziale valutazione da sottoporre successivamente all’esame del Consiglio”

Scritto l’incipit del capitolo sulla nuova Telecom per il fisso resta aperto il dossier mobile per il quale Bernabè ha cercato nell’ultimo mese di trovare un compromesso, negoziando con Hutchison Whampoa re per avvicinare le rispettive posizioni sui valori delle due società (secondo indiscrezioni si va dai 400 milioni attribuiti da Telecom ai 2 miliardi che H3G assegnerebbe a 3Italia). Il risultato del suo lavoro sarà sul tavolo di un nuovo Cda, convocato ad hoc per il 5 giugno.

“La decisione di Telecom Italia di scorporare le sue attività fisse potrebbe darle una maggiore flessibilità sul mercato retail, dove attualmente bisogna aspettare l’approvazione del regolatore prima di poter commercializzare le offerte – spiega Ovum – Inoltre sarà un modo per ridurre il debito e di trovare nuove fonti di profitto, dato che i servizi di accesso non sono più così redditizi come una volta a causa della tendenza al ribasso dei prezzi di accesso dei i servizi come Ull e bitstream”.

“Tuttavia questa è anche una mossa fatta per evitare potenziali oneri normativi, anche se Agcon non ha ancora accennato a ulteriori obblighi, dopo avere accettato gli impegni di TI nel 2008. Una volta che la separazione della rete sarà completa, ci aspettiamo che Agcom effettui una nuova analisi dei mercati di accesso al dettaglio e all’ingrosso e rivaluti gli obblighi normativi in materia.”

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