Resta il pericolo di un ritorno al monopolio nella rete di
telefonia fissa. Il richiamo è venuto da Paolo Bertoluzzo,
amministratore delegato di Vodafone Italia, che ha commentato la
delibera (vedi articolo correlato) con cui l'Agcom ha
confermato i precedenti obblighi di Telecom Italia in materia di
accesso alla rete, trasparenza dell'offerta, non
discriminazione e controllo dei prezzi ma ha eliminato
l'obbligo di 'price cap' per il canone telefonico
dovuto dalla clientela finale (consumatori ed aziende).
E' fondamentale che vengano mantenuti gli obblighi di
replicabilità delle offerte retail, che si vada verso una nuova
generazione di fibra aperta a condizioni eque per tutti gli
operatori e che – terza condizione imprescindibile per la
concorrenza secondo l'ad di Vodafone – il prezzo
dell'unbundling per la rete in rame scenda e non salga come ha
fatto negli ultimi mesi. Se queste tre cose non accadono andiamo
verso la rimonopolizzazione della rete fissa''.
Secondo Bertoluzzo, si rischia che gli operatori smettano di
investire considerando il fatto che se si sommano gli ebitda
(margini operativi lordi) degli operatori alternativi e si sottrae
il capex (il valore degli investimenti) il risultato è pari a
zero: ''Siamo lontani anni luce da Telecom che invece fa
quattro miliardi di euro.
"A dieci anni dalla liberalizzazione – ha detto
l'amministratore delegato – abbiamo ancora un operatore che
totalizza il 100% dell'Ebitda meno il Capex", ovvero dei
margini netti, una circostanza che potrebbe spingere gli altri
operatori "a smettere di investire". Bertoluzzo ha poi
parlato con scetticismo anche della proposta del'Agcom che
prevede un pin per diminuire i tempi dei cambi di operatore
cercando al tempo stesso di prevenire abusi. "E' il
contrario di quello che serve al mercato", ha detto, spiegando
che ci vorrebbe invece "semplificazione" e che la novità
potrebbe essere "un freno alla concorrenza, che nella rete
fissa non funziona bene".