“Telecom ha annunciato una riorganizzazione societaria interna, mantenendo il 100%. Una scelta legittima che non incide né sulla concorrenza, né sullo sviluppo. Troviamo inopportuno che quest’operazione sia condizionata all’alleggerimento delle regole. Se in una seconda fase Cdp entrasse con un piano di sviluppo proponendo una governance indipendente, allora la prospettiva sarebbe positiva e Vodafone, se richiesta, sarebbe pronta a investire”. Così l’amministratore delegato di Vodafone Italia e Sud Europa Paolo Bertoluzzo, in un’intervista a Repubblica.
A proposito della rete di accesso, Bertoluzzo aggiunge che “non bisogna fare sconti sulle regole – dice – già oggi non bastano e non sono appliccate correttamente, come dimostra la sentenza Antitrust che ha comminato una multa storica a Telecom per comportamenti anticoncorrenziali”. Per quanto riguarda le tecnologie, l’ad di Vodafone Italia sottolinea che “Se Telecom vuole portare la fibra fino al cabinet invece che dentro le case, allora va regolato l’accesso al cabinet come è successo con l’unbundling e le centrali, in modo che possiamo investire portando la nostra tecnologia fino a lì, non vogliamo fare i rivenditori di servizi Telecom”.
“Sulle reti mobili il Paese è forte perché la competizione c’è e ha stimolato la concorrenza e gli investimenti. Sul fisso invece – rileva Bertoluzzo – a differenza di altri paesi dove la tv via cavo ha creato concorrenza con il vecchio rame, la rete è un monopolio naturale in mano a un’azienda privata”. Sul fisso, aggiunge, “abbiamo investito oltre tre miliardi di euro in cinque anni, e continueremo a farlo dando per scontato che le regole vengano rispettate”.
Nell’incontro con il premier Enrico Letta, racconta Bertoluzzo, “ho confermato la fiducia di Vodafone nel Paese e la nostra volontà di investire. Letta si è detto molto interessato e sensibile sia al tema dell’infrastruttura che a quello dell’agenda digitale”.