Bessada: “Italia strategica, pronti a fare acquisizioni”

Il nuovo ceo di Wind: “Il mercato è destinato al consolidamento”. L’asta Lte è un’operazione “prematura rispetto alle necessità del business: la vera partita si giocherà in futuro”

Pubblicato il 04 Lug 2011

"L’Italia? Un mercato in cui investiremo molto". Parola
di Ossama Bessada, da fine aprile nuovo ceo di Wind e Group
executive vice president della Business Unit Europa e Nord America.
In visita a Roma dove ha presenziato all’inaugurazione del nuovo
flagship store di piazza di Spagna, il numero uno della società di
Tlc ha fatto il punto sulle strategie a seguito della fusione fra
Vimpelcom e Wind Telecom (la prima possiede, attraverso Wind
Telecom, il 51,7% di Orascom Telecom ed il 100% di Wind
Telecomunicazioni- Wind Italia). Fusione che ha già sortito
l’innalzamento dei livelli di rating della new company.
L’agenzia Standard & Poor’s ha alzato di un livello – da BB- a
B+ – il rating sul debito a lungo termine di Wind
Telecomunicazioni, confermando l’outlook “stabile” per la
compagnia.
Già nel precedente ruolo di direttore generale di Wind, Bessada
aveva espresso a chiare lettere le intenzioni dell’azienda a
potenziare gli investimenti sul mercato Italia manifestando
interesse nei confronti di Bt Italia. “Saremmo pronti a
considerare l’acquisizione se fosse in vendita”, aveva detto un
anno fa ai microfoni della Reuters. E se è vero che Bt Italia ha
successivamente smentito ipotesi di vendita il “dossier” di
fatto resta aperto. Così come è aperto il “capitolo” 3
Italia: più volte nel corso degli anni sono circolate voci in
merito alla cessione dell’azienda capitanata da Vincenzo Novari.
Ora il cerchio potrebbe stringersi.
Bessada, avete intenzione di investire. State puntando su
3?

Non ho informazioni ufficiali sulla vendita dell’azienda, ma
posso rispondere che certamente investiremo nel mercato italiano.
In ogni caso il tango si balla in due, quindi staremo a vedere. Gli
azionisti ci hanno dato ‘mandato’ in tal senso: l’azienda ci
ha messo a disposizione un budget in linea con l’obiettivo numero
uno del merger fra Sawiris e il gruppo Vimplecom, che è quello di
dare vita al sesto gruppo mondiale di Tlc. In Italia c’è spazio
per gli investimenti: il mercato è destinato al consolidamento e
molti player usciranno di scena.
Che ne è del progetto di realizzazione della Ngn
nazionale? Come procedono le discussioni al Tavolo Romani? Qual è
la posizione di Wind?

Posso dire che il ruolo del governo, in particolare nella partita
Ngn, e dell’Agcom, deve essere quello di stimolare gli
investimenti da parte degli operatori di Tlc. Wind è a favore di
una rete di respiro nazionale con la partecipazione di tutti. Ma
c’è bisogno di regole chiare e di un impegno da parte di tutti
gli attori coinvolti nella partita.
Ci sono novità sulla nomina del presidente di
Wind?

Il presidente di Wind sarà certamente italiano: è nei nostri
piani e il processo di selezione è già in corso.
Capitolo Lte: quali sono le intenzioni ed i progetti di
Wind e che ne pensa della gara italiana?

Una cosa è certa: la gara arriva in anticipo rispetto ai tempi del
mercato. È un tantino prematura rispetto alle prospettive del
business.
Quindi, non vi interessa?
No, ci interessa eccome. E certamente parteciperemo. Dico solo che
rispetto alle esigenze del mercato le frequenze all’asta per il
momento non sono strettamente necessarie. Gli obiettivi del nostro
business plan sono orientati alla crescita ma riguardo alle risorse
frequenziali possiamo andare avanti tranquillamente per i prossimi
tre anni senza la necessità di spettro aggiuntivo. Fra l’altro
c’è il refarming di altre frequenze che consentirà di procedere
senza intoppi. Va da sé che gli 800 Mhz sono indispensabili sul
lungo periodo nell’ottica di un’offerta sempre più mirata sui
servizi ad alto valore aggiunto e sulla disponibilità di una
maggiore connettività in termini di bit per il cliente finale. Ma
ripeto, ciò non accadrà domani.

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