Bessada, Wind pronta allo shopping in Italia

L’amministratore delegato conferma la centralità del nostro paese nei piani di Vimpelcom e non smentisce l’interesse verso potenziali prede come Fastweb, Tiscali, Tre e Bt. Sul piatto budget di un miliardo all’anno per le frequenze Lte e la rete Ngn

Pubblicato il 06 Giu 2011

"Il consolidamento sarà inevitabile e noi siamo interessati a
tutto ciò che è in vendita”. Lo afferma al Corriere della Sera
di ieri, Ossama Bessada, nuovo amministratore delegato di Wind e
responsabile per Europa e Nord America di Vimpelcom.

Con l’arrivo di Vimpelcom, sesto operatore mondiale, la società
telefonica nata da una costola dell’Enel, poi passata alla
Orascom di Naguib Sawiris e ora ai russi, è pronta per una nuova
stagione. "La differenza sostanziale è che ora facciamo parte
di un gruppo, Vimpelcom, che ha un livello di indebitamento molto
basso ed è forte – dice Bessada – e noi per i prossimi sei anni
non abbiamo scadenze. La prima è nel 2017".

Il manager egiziano è pronto quindi ad aggredire il mercato con la
sicurezza di avere le spalle coperte. E l’Italia,
garantisce, "ha un posto molto importante nell’agenda di
Vimpelcom: Wind rappresenta un terzo del valore del gruppo e siamo
percepiti come un centro di eccellenza nella telefonia mobile e nel
broadband".

L’Italia ha anche un discreto peso sul bilancio della casa madre,
che a giudicare dall’andamento di questi primi sei mesi
"sarà sempre più importante – garantisce il manager – Il
primo trimestre è stato molto buono, il secondo come avevamo
previsto: continuiamo a crescere anche se a un ritmo più lento. Il
mercato si sta facendo più duro. Ma sui clienti di fascia alta e
nella trasmissione dati abbiamo registrato un aumento del 50% e il
postpay è raddoppiato".

Anche in termini di opportunità, l’Italia ha una forte valenza
strategica, "da questo punto di vista le cose non sono
cambiate: restiamo italiani. E’ vero che c’è stato un
passaggio di controllo ma c’è continuità dovuta al fatto che
uno degli azionisti di Vimpelcom è Sawiris”.

"Il mercato italiano è molto frammentato e la spesa per
singolo cliente sta scendendo – spiega il numero uno di Wind – I
grandi operatori tengono ma per i piccoli non vedo spazio. Servirà
sempre di più fare economia di scala e quindi fondersi". Il
manager è pronto. Voci sul mercato ne stanno girando: Fastweb,
Tiscali, Tre, Bt, sarebbero tutte nel mirino di Vimpelcom-Wind.
"Non faccio nomi. Posso solo dire che siamo interessati a
tutto ciò che ci consente di fare sinergie al giusto
valore".

Al momento, tuttavia, non è stato ancora definito un budget per le
acquisizioni. Bessada conferma che Wind intende investire "un
miliardo di euro l’anno, come abbiamo fatto finora, al netto
delle acquisizioni, dell’esborso per l’acquisto delle frequenze
mobili che andranno all’asta e degli eventuali investimenti
nell'Ngn".

Due dossier, questi ultimi, che stanno in cima all’agenda del
numero uno di Wind. "Noi potremmo stare ancora tre anni senza
altre frequenze – spiega – ma l’asta c’è adesso e quindi
dobbiamo anticipare. Non c’è alternativa: è impossibile
installare nuove torri e il percorso per costruire una rete qui è
tra i più complessi d’Europa. Servono regole semplici che
aiutino a espandere le infrastrutture. Sarà importante anche la
formula di pagamento delle frequenze perché per poterle utilizzare
in maniera efficiente servono almeno cinque anni: dipende dalla
burocrazia ma soprattutto dalla disponibilità di apparati, dal
mercato".

L’altro capitolo è quello della Ngn. "Nessuno può forzare
Telecom a fare un progetto congiunto, loro hanno i loro
piani", ammette Bessada. "Certo la sua presenza
aumenterebbe l’efficienza per tutti, ma possiamo farla anche da
soli. Attualmente ci sono più tavoli aperti, con l’Agcom, con il
ministro Romani. Ma la cosa migliore sarebbe realizzare la rete
tutti insieme". Un auspicio che somiglia molto ad un invito:
"Di certo non potremmo accettare di essere semplici
rivenditori sulla fibra di Telecom", precisa il manager. Una
possibilità poteva essere Metroweb, per la quale Wind aveva
presentato un’offerta insieme a Vodafone e Clessidra, alla quale
è stata però preferita quella di F2i. A cui si vorrebbe aggregare
Fastweb con una quota di minoranza. L’Ngn potrebbe pure partire
da qui, da Metroweb. Wind sarebbe disponibile? "Sì, ci
interessa, in quest’ottica siamo pronti a investire",
conclude.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati