Bip Mobile, l’operatore mobile virtuale che sbarcherà sul mercato il prossimo autunno, ha dei problemi con il brand della nuova società. L’operatore guidato da Fabrizio Bona, ex manager di Tim, Wind e Vodafone, è finito nel mirino di Bip Business Integration Partners, società di consulenza nel settore delle Tlc, legittima titolare del marchio “Bip”.
“Siamo una società presente sul mercato della consulenza agli operatori mobili di telefonia da quasi 10 anni – dice Fabio Troiani, amministratore delegatodi Bip Business Integration Partners – abbiamo un’immagine di indipendenza e obiettività e come tale è riconosciuto il nostro marchio, che è depositato. Il suo uso nel settore esclude la possibilità che un nuovo operatore possa utilizzarlo”. E’ per questo che la società milanese ha fatto istanza di blocco dell’uso del marchio ed è in procinto di diffidare Fabrizio Bona dall’uso dello stesso.
Recentemente sono usciti articoli di stampa su Panorama ma anche sul Corriere della Sera, per annunciare il lancio del nuovo operatore in autunno. “Abbiamo lanciato una ricerca con i nostri legali esperti di marchi – dice Troiani – abbiamo constatato che Bona vuole lanciare questo operatore mobile e ha fatto richiesta all’uso del marchio, che non gli è stata ancora rilasciata. Noi ci siamo opposti al rilascio dell’autorizzazione per l’utilizzo del marchio “Bip”, visto che facciamo quasi il 60% del nostro fatturato con operatori, che sarebbero concorrenti di Bona”.
Business Integration Partners sta inviando comunicazioni ufficiali a tutti gli operatori in questi giorni, per far sapere che non ha nulla a che vedere con la nuova creatura di Fabrizio Bona. “Cercheremo inoltre di inibire in tutti i modi l’utilizzo improprio del marchio Bip nel settore dei servizi professionali ma anche in quello delle telecomunicazioni – aggiunge Troiani – ci sono delle aree di non sovrapposizione, ma anche delle aree di sovrapposizione. Ma nel settore siamo talmente conosciuti che i nostri clienti ci chiedono se abbiamo a che fare con la nuova iniziativa di Bona. Questa cosa induce in errore i clienti, noi non ce lo possiamo permettere, è un danno per noi. Siamo sorpresi che Bona abbia scelto il nostro marchio, tanto più che ci conosce benissimo, è stata una decisione superficiale”.
La società intende lanciare una diffida all’utilizzo del suo marchio per una campagna pubblicitaria e di stampa in vista del lancio del nuovo operatore di Bona. “Se il dottor Bona andrà avanti chiederemo i danni – chiude Troiani – il rischio per lui è vedersi cancellare il marchio quando avrà già fatto un investimento pubblicitario importante. Penso che gli converrebbe mettere mano alla cosa subito, tanto più che il marchio di Bona è ancora in fase di registrazione e quindi ha tutto il tempo per cambiarlo”.