Fissata per il 20 settembre a Roma la presentazione ufficiale dell’operatore mobile low cost Bip Mobile. Azionista e amministratore delegato della società è Fabrizio Bona, ex manager di Tim, Wind e Vodafone. Il “modello” di riferimento è quello della francese Free Mobile. Si punta a raggiungere un milione di abbonati in un anno, appoggiandosi alla rete di 3 Italia in cambio di un canone.
“Puntiamo a un milione di abbonati entro l’estate dell’anno prossimo – ha detto Bona in un’intervista a Panorama – Per poi puntare a 5 milioni nell’arco di quattro anni”.
Modello low cost, non più di cento dipendenti, con l’attività informatica affidata all’esterno. Investimento importante di 100 milioni di euro entro il 2014, destinato ad una rete di 3mila punti vendita in tutta Italia e a una campagna pubblicitaria che si preannuncia martellante. A sostenere l’impegno finanziario la famiglia Giacomini di Roma, con il ruolo di azionista di maggioranza. A loro fa capo la One Italia, che da tempo offre contenuti a 3 ma che ha rapporti di business anche con Tim e Vodafone, oltre ad attività nei paesi arabi e in Sud America.
“L’elemento determinante è stata l’Ue, perché la Commissione Europea ha fatto pressioni sulle authority nazionali per abbassare le tariffe di terminazione aprendoci di fatto la strada a questa operazione”, ha detto Bona a Panorama.
La settimana scorsa l’Antitrust, su denuncia di Bip Mobile, ha avviato un’istruttoria nei confronti di Telecom Italia, Vodafone e Wind. L’indagine dell’Antitrust, che si concluderà fra un anno, è destinata a verificare se i tre operatori abbiano messo in atto un’intesa restrittiva della concorrenza finalizzata a escludere dal mercato il nuovo operatore. Telecom Italia, Vodafone e Wind rispediscono l’accusa al mittente.
Per il nuovo soggetto, considerati i costi e i tempi necessari per allestire una propria rete di vendita, l’accesso alla distribuzione multibrand costituisce la più importante, se non l’unica, modalità per arrivare ai consumatori.
Secondo la denuncia, invece, la società si sarebbe trovata a dover fronteggiare numerose rinunce da parte di distributori che attualmente prestano la loro attività per più operatori. Le rinunce sarebbero indotte dalle pressioni esercitate di comune accordo da Telecom Italia, Vodafone e Wind nei confronti dei distributori con i quali Bip Mobile aveva già concluso o era in procinto di concludere contratti di distribuzione dei suoi prodotti. Queste pressioni si sostanzierebbero nella minaccia di disdire gli accordi commerciali in essere qualora si fossero sottoscritti accordi di distribuzione con il nuovo operatore o si fossero mantenute le relazioni commerciali avviate.