“Inizia una nuova storia, ma è sempre la nostra storia”. Con queste parole Enrico Boccardo, confermato oggi alla Presidenza della Coalizione del Fixed Wireless Access “battezza” il suo mandato triennale.
La Coalizione punta a portare la banda larga in tutta Italia, zone impervie comprese, grazie alla tecnologia fixed wireless e rappresenta 60 imprese ad azionariato prevalentemente italiano per 8500 addetti. Boccardo è stato votato all’unanimità del Consiglio Direttivo, in occasione della terza Assemblea annuale che si è tenuta a Roma. Il manager, fondatore e presidente della torinese BBBELL, delinea a CorCom la sua strategia.
L’Fwa è uno straordinario strumento anti digital divide. Ma è possibile mettere a valore la tecnologia anche oltre la sua innegabile funzione sociale?
Il Fixed wireless ha contribuito in modo importante al superamento del digital divide in Italia perché è riuscita a portare l’accesso ad Internet veloce, anche nelle zone più difficili del Paese, quelle che nel piano Bul sono definite aree grigie e bianche. I numeri, d’altronde, parlano chiaro: secondo gli ultimi dati rilasciati da Agcom nel 2018 c’è stato un incremento del 21% in termini di persone connesse e una crescita dei ricavi del settore del 30%. Proprio l’aumento del giro d’affari certifica il valore, anche economico, della tecnologia che può a buon diritto competere nelle aree già connesse in fibra.
Rispetto alla fibra, che vantaggi ha la tecnologia Fwa?
Essendo una soluzione basata sull’integrazione tra fibra ottica e ponti radio, l’Fwa non necessita di scavi e risulta una particolarmente efficace per raggiungere più rapidamente i risultati di copertura fissati a livello europeo nonché garantire connessioni fino a 1 giga in maniera stabile nel tempo. L’utente accede a Internet tramite un router che si aggancia al segnale via radio e poi lo distribuisce in casa tramite la normale rete Wifi.
La Coalizione Fwa si sta battendo da tempo per la liberazione di frequenze inutilizzate. Di cosa si tratta?
Si tratta di un “pacchetto” di frequenze – quelle 5,2 Ghz e le 5,8 Ghz – attigue a quelle che già utilizziamo (le 5,6 Ghz), particolarmente importanti per portare banda ultralarga dove serve. È particolarmente vantaggioso, per raggiungere gli obiettivi definiti dal piano Bul, liberare il prima possibile lo spettro 5,8 Ghz ora in uso al ministero della Difesa ma decisamente sottoutilizzato. In questo senso stiamo pressando la politica ma anche il ministero.
Comprare le frequenze costa molto e la gara 5G ne è stata la dimostrazione. Gli operatori Fwa possono permettersi un tale esborso?
Il tema del costo dello spettro è un altro tema cruciale per le aziende del comparto. In virtù del valore sociale dell’Fwa è necessario adeguare i prezzi ai ricavi degli operatori, ricavi non sono paragonabili a quelli delle big telco. Il mercato necessita di dinamismo e non certo di limitazioni della libertà di concorrenza, che passa attraverso una maggiore disponibilità di frequenze che rappresentano la materia prima che utilizziamo per offrire i nostri servizi.
Avete un “contenzioso” aperto con Sky per il funzionamento del servizio Sky Q. Che sta succedendo?
Sky in Italia impedisce agli utenti Fwa di accedere ai contenuti che vende con “Sky fibra” creando problemi ai consumatori ed a noi operatori. Abbiamo portato la questione in Agcom che dovrà valutare questa grave violazione della neutralità della rete.