Bofa Securities alza il rating sulla “nuova” Tim. La società di analisi rileva “opportunità di investimento e crescita sostenibile” e sul titolo danno un prezzo obiettivo migliorato a 0,34 euro da 0,26 euro precedente, confermando il rating buy. Il titolo guadagna in Borsa quasi il 7%.
Tim, le prospettive a valle della vendita di NetCo
Nel report Bofa analizza le prospettive del gruppo, dopo la vendita di NetCo a Kkr conclusa all’inizio di luglio, con i numeri di ServCo alla luce delle stime della società. Ci si aspetta una ripresa della crescita domestica e una stabilizzazione dei prezzi consumer. Entrando nel dettaglio gli analisti evidenziano che il segmento mobile di Tim continua a perdere clienti a un ritmo costante, ma il fisso sembra guadagnare quote di mercato nella fibra. “Le dinamiche di prezzo, storicamente deflazionarie, sembrano stabilizzarsi negli ultimi 12 mesi e potrebbero essere ulteriormente supportate fino al 2025 dalla fusione Fastweb/Vodafone”, si legge nel report.
Tre le conclusioni:
- la crescita dei ricavi Consumer dovrebbe rimanere ampiamente stabile e il settore Enterprise sembra ben posizionato per sfruttare un mercato B2B in crescita e la digitalizzazione del settore pubblico;
- l’Ebitda dovrebbe beneficiare della razionalizzazione dei costi in corso e di alcune economie di scala derivanti dalla proprietà dei data center che supportano la crescita dell’Enterprise;
- con capex ampiamente stabile, Tim è in linea con la guida OpFCFaL (Operating Free Cash Flow) del 2026.
L’analisi su Tim Brasil
Le prospettive in Brasile restano attraenti e il debito, anche se i flussi di cassa potrebbero soffrire per “venti contrari eccezionali nel 2025/26, prima che la valutazione relativa diventi convincente, a sostegno anche del Dcf (discounted cash flow)”.
“Nella nostra visione, siamo fiduciosi che la crescita dei ricavi da servizi supererà l’inflazione per supportare la linea di fondo e la leva operativa, mentre gli investimenti nel 5G dovrebbero iniziare a diminuire, sostenendo una crescita del flusso di cassa in valuta locale a doppia cifra in linea con la guidance”.
Riflettori sulle azioni di risparmio
Inoltre Bofa mette in evidenza un’opportunità a più breve termine, per quanto riguarda gli earnout e gli sconti fiscali, con le azioni risparmio che potrebbero beneficiare anticipatamente della distribuzione dei dividendi, il che porta a un premio del 20% delle risparmio sulle ordinarie. Inoltre la crescita operativa rivaluta i flussi di cassa nel tempo, in un quadro sostenuto da una struttura di capitale più sostenibile. “I ritorni per gli azionisti, derivanti dalle prospettive fondamentali, sembrano essere un’opportunità credibile all’interno delle linee guida del Capital Markets Day di Tim per il 2026 (anche se non lo prevediamo ancora)”, sottolineano gli analisti.
L’analisi dei dati finanziari
Come rileva Bofa, la crescita del flusso di cassa da OpFCF è compensata nel 2024/2025 da uscite eccezionali di capitale circolante per coprire gli impegni pre-pensionamento e la rinegoziazione del contratto con Dazn. Anche le spese per interessi dovrebbero rimanere elevate a causa del saldo di cassa di 3 miliardi di rispetto a un debito lordo più costoso di circa 10,5 miliardi. “Potrebbe esserci qualche opportunità di ottimizzazione, ma più probabilmente dal 2026 e successivamente con rifinanziamenti – si legge – Dal 2028 pensiamo che 1 miliardo di flusso di cassa libero all’anno diventi un obiettivo raggiungibile, implicando un rendimento del 20%. Infine l’indebitamento che dovrebbe rimanere ampiamente costante intorno a 2x nel 2025 prima di scendere e prima di qualsiasi remunerazione degli azionisti ai livelli guida di 1,6-1,7x entro il 2026.
Le conclusioni
Alla luce di questa analisi, Bofa ribadisce per Tim il rating Buy sembra con la crescita operativa che rivaluta i flussi di cassa nel tempo, il tutto su una struttura di capitale più sostenibile. Oltre a ciò, c’è un reale valore opzionale derivante dall’earnout di NetCo e dal rimborso fiscale, con il potenziale per rendimenti accelerati per gli azionisti nella classe delle azioni Saver.
“Infine, notiamo il più ampio cambiamento nella narrazione della Commissione Ue, recentemente delineata nel rapporto Draghi, che suggerisce un ambiente più favorevole alle M&A nelle telecomunicazioni per supportare investimenti – concludono gli analisti – Non facciamo alcuna ipotesi sull’outlook per il mercato italiano, ma notiamo che il consolidamento è in corso con la fusione Vodafone/Fastweb e che c’è un maggiore potenziale poiché gli operatori necessitano di scala per giustificare gli investimenti in un ambiente di prezzi tra i più bassi d’Europa”.