L’Antitrust non molla le telco sulla questione delle bollette a 28 giorni. Sono state infatti confermate le misure cautelari, adottate in via d’urgenza il 21 marzo nell’ambito dell’istruttoria avviata per accertare la sussistenza di un “cartello” tra Tim, Vodafone, Fastweb e Wind Tre. Secondo l’Autorità i principali operatori telefonici avrebbero, anche tramite Asstel, coordinato la propria strategia commerciale relativa alla cadenza dei rinnovi e alla fatturazione delle offerte sui mercati della telefonia fissa e mobile, a seguito dell’introduzione dei nuovi obblighi regolamentari e normativi introdotti dall’articolo 19 del dl 148/2017.
A seguito dell’audizione delle compagnie, dunque, l’Autorità ha ritenuto ondata l’ipotesi istruttoria di un coordinamento tra le parti in occasione della rimodulazione del ciclo di fatturazione.
In particolare, le telco avrebbero comunicato, quasi contestualmente, ai propri clienti che la fatturazione delle offerte e dei servizi sarebbe stata effettuata su base mensile anziché su quattro settimane, prevedendo, al contempo, una variazione in aumento del canone mensile per distribuire la spesa annuale complessiva su 12 mesi, invece che 13.
“Pertanto, al fine di evitare il prodursi, nelle more della conclusione del procedimento, di un danno grave e irreparabile per la concorrenza e, in ultima istanza, per i consumatori – spiega una nota – l’Autorità ha confermato il proprio provvedimento di adozione di misure cautelari, in ottemperanza al quale gli operatori devono sospendere l’attuazione del repricing oggetto dell’intesa contestata e definire la propria offerta di servizi in modo autonomo rispetto ai propri concorrenti”.