Sulla banda ultralarga le risorse pubbliche sono state aumentate, ma l’intervento privato resta fondamentale. La roadmap di Open Fiber per i prossimi mesi del 2021, non a caso, è intrisa di entusiasmo: “Molte cose sono state fatte sulla semplificazione e in termini di accelerazione nel piano sulle aree bianche – afferma Simone Bonannini, Direttore Marketing e Commerciale Open Fiber -. E nonostante ci siano ancora ostacoli, oggi abbiamo come sistema Paese una decina di milioni di unità immobiliari vendibili e 1.800.000 clienti”. “E il tutto – chiarisce – è successo negli ultimi 3 o 4 anni: sfido a trovare casi simili”.
Tecnologie complementari, ma tanti i settori coinvolti dall’infrastrutturazione
Ma sarà l’Fwa la parola chiave del futuro? “Siamo da sempre sostenitori del fatto che esiste una complementarietà fra le due tecnologie, in funzione della densità e del servizio che deve essere fornito”, afferma Bonannini. “Oggi poi ci sono tecnologie Fwa che cinque anni fa non c’erano, quindi faremo nostre valutazioni in vista del futuro”.
I settori più impattati dall’infrastrutturazione? “Le scuole innanzitutto – prosegue Bonannini -, lo abbiamo notato con l’effetto pandemico sulla didattica a distanza. Date le modalità con cui noi progettiamo, ci siamo trovati subito con 10.500 scuole già collegate in fibra, e l’elenco è a disposizione degli operatori sul nostro sito web”.
Ma i “punti notevoli” si estenderanno anche oltre: “Lo dicono le missioni del Pnrr – aggiunge -, che parla di cultura, mobilità sostenibile, salute, e pone quindi l’accento su ospedali, consorzi universitari, su strutture di ricerca, pubblica amministrazione, aree industriali e da qui sull’edge computing, che consentirà alle aziende di mettere in campo soluzioni Iot. Lavoreremo su questi focus mettendo le infrastrutture a disposizione degli operatori, in modo che offrano a loro volta i servizi all’utilizzatore finale”.