VOUCHER BANDA ULTRALARGA

Bonus Internet e pc, i rivenditori hi-tech ricorrono al Tar: “Distorsione di mercato”

Aires e Ancra chiedono la sospensiva del decreto Patuanelli. “Tagliati fuori dalla misura che coinvolge solo gli operatori Tlc: meccanismo lesivo della concorrenza finanziato con risorse pubbliche”

Pubblicato il 22 Ott 2020

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Voucher banda larga e pc, fermi tutti. Aires e Ancra, associazioni di categoria dei rivenditori di elettronica (con intervento ad adjuvandum di Mediaworld) depositano il ricorso al Tar del Lazio contro il decreto Patuanelli e chiede la sospensiva del “Piano voucher sulle famiglie a basso reddito” che prevede fino a 500 euro per l’acquisto di abbonamenti internet a banda ultralarga, pc o tablet destinato alle famiglie con reddito Isee sotto i 20 mila euro l’anno.

Viene contestato che “la disciplina dei Bonus previsti dal Decreto – si legge in una nota – prevede che solo gli operatori dei servizi di connettività possano fornire anche i dispositivi informatici, cioè i tablet o i personal computer, coprendo un valore fino a 300 euro (che verranno loro rimborsati dallo Stato), utilizzabili dagli aventi diritto per l’acquisto del bene, o come sconto sui prodotti di valore maggiore”.

“Vantaggio solo per operatori Tlc”

Una possibilità che viene invece “ingiustificatamente preclusa a tutti gli altri rivenditori di dispositivi elettronici e informatici” fanno sapere le associazioni, “mentre sarebbe stato semplice e logico consentire ai beneficiari di spezzare in due il proprio Bonus e, dopo avere stipulato il contratto per la connettività, scegliere sul libero mercato il prodotto al miglior prezzo, o comunque maggiormente confacente alle proprie necessità”.

L’impostazione, oltre a restringere le possibilità di scelta degli aventi diritto, secondo il ricorso si presenta come una evidente “distorsione della concorrenza, oltretutto finanziata con risorse pubbliche”.

Le prossime tappe

Con il deposito del ricorso, è stata anche presentata domanda cautelare di sospensione dell’esecutività e degli effetti del decreto ministeriale, “stante l’evidenza e l’irreparabilità dei danni – si legge nella nota – che il provvedimento governativo è in grado di provocare a tutte le imprese operanti nel settore dei prodotti elettronici, con la sola eccezione dei pochissimi operatori che stipuleranno accordi con gli operatori telefonici”.

Il Tribunale Amministrativo Regionale dovrebbe, quindi, pronunciarsi a breve sulla richiesta di sospensiva, mentre il giudizio sul merito avrà luogo nei prossimi mesi.

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