Un modello per uno sviluppo sostenibile di Internet, dal punto di
vista tecnico e commerciale, alla luce della crescita esplosiva del
traffico e dei servizi, soprattutto video. E’ quello tracciato da
A.T. Kearney nel nuovo studio “A viable future model for the
Internet”, commissionato da Deutsche Telekom, France
Telecom-Orange, Telecom Italia e Telefónica come “contributo
indipendente al dibattito in corso sulla crescita economica, gli
obiettivi della Digital Agenda europea e la difesa di un Internet
competitivo e aperto”.
Il report analizza gli investimenti nelle reti di comunicazione
fisse e mobili necessari per supportare l’eccezionale incremento
del traffico Internet. Anche senza il roll-out della fibra verso
tutte le case e le aziende, l’industria dovrà investire 8
miliardi di euro l’anno in aggiunta all’attuale trend di
investimenti solo per mantenere lo stesso livello del servizio e
evitare il collasso della rete causato dalla rapida espansione dei
contenuti video.
Tuttavia, coloro che beneficiano di questo boom dei volumi di
traffico sono le aziende che li generano – solitamente i siti
Internet e i fornitori di contenuti over the top – e chi li
consuma – ovvero, gli utenti finali -, a scapito, sostiene A.T.
Kearney, delle compagnie telecom che non guadagnano praticamente
nulla oggi dall’incremento costante del traffico.
Gli incentivi per un uso più efficiente della banda e per
investimenti nell’allargamento della capacità sono di
conseguenza “depressi da questo scollamento strutturale”,
scrivono gli analisti.
Mark Page, socio di A.T. Kearney e principale autore dello studio,
commenta: “I dati sul recente boom del traffico e le previsioni
di crescita sul medio periodo sono impressionanti e suscitano seri
dubbi sulla sostenibilità dell’attuale modello di Internet”.
Senza miglioramenti significativi nei prezzi e negli incentivi agli
investimenti, questa situazione mette a rischio l’innovazione e
avrà un effetto a catena su quei settori che sperano di lanciare
nuovi servizi grazie alle reti ultra-veloci e con alte
prestazioni.
Il report analizza quattro possibili modi per affrontare questo
squilibrio: modificare la struttura dei prezzi che si fanno pagare
ai clienti; introdurre tariffe all’ingrosso legate al traffico
(colpendo le aziende dell’over the top); lanciare una serie di
nuovi servizi ad alta qualità su Internet; offrire simili servizi
a valore aggiunto basati su accordi bilaterali tra i diversi attori
del mercato. Lo studio valuta ciascuna di queste opzioni e conclude
che, anche se tutte potrebbero contribuire a rendere Internet più
sostenibile, nessuna da sola è sufficiente a risolvere
completamente il problema. Perciò la vera soluzione dovrebbe
essere un mix delle diverse opzioni.
Secondo Page, “chi è chiamato a prendere decisioni sul piano
politico ed economico dovrebbe adottare un approccio aperto a
supporto dei nuovi modelli di business che stanno emergendo. Parte
del recente dibattito pubblico non ha aiutato: per esempio si tende
erroneamente a pensare che Internet—o addirittura i principi
fondamentali della libertà di parola e di costituzione di impresa
– sarebbero danneggiati o violati dall’introduzione di tariffe
più equilibrate e differenziate. E’ vero il contrario: senza
precisi incentivi economici, la congestione della rete soffocherà
l’innovazione e l’utilizzo di Internet”.