”Io credo che la trasparenza sia d’obbligo. Credo che Google sia un grande protagonista della nostra contemporaneità e quindi occorre aprire un tavolo con Google, come è stato fatto in altri Paesi europei”. E’ il commento, rilasciato dal ministro della Cultura e del Turismo Massimo Bray, a margine del Big Tent Roma 2013, sulla decisione dell’Autorità garante della Privacy di diffidare Google in merito al trattamento dei dati che acquisisce dagli utenti.
Il Garante italiano ha intrapreso nei confronti dell’azienda di Mountain View un’istruttoria per verificare il rispetto della normativa italiana delle nuove regole privacy adottate dalla società statunitense. L’Autorità “ha deciso di richiedere a Mountain View maggiori e più puntuali dettagli su specifici aspetti delle modalità di trattamento dei dati degli utenti italiani: in particolare, riguardo all’informativa e al consenso all’uso dei dati, alla loro conservazione e al loro possibile incrocio, anche tra prodotti e servizi diversi. Gli ulteriori elementi che verranno forniti da Google al Garante saranno oggetto di valutazione per l’eventuale adozione dei provvedimenti ritenuti più opportuni, inclusi, qualora dovessero ricorrerne i presupposti, quelli a carattere prescrittivo o sanzionatorio”. Insomma, Google rischia sanzioni in Italia per violazione del codice in materia di informativa sul trattamento dei dati personali e sul consenso all’uso degli stessi.
Intanto, il Garante francese (Cnil) è passato direttamente alle vie di fatto nei confronti del motore di ricerca Usa, concendendo a Mountain View 3 mesi di tempo per mettersi in regola con la legislazione locale, pena l’imposizione di sanzioni pecuniarie, comprese fra 150mila e 300mila euro al giorno secondo Le Monde.
Nell’aprile scorso, esaurita la fase di indagine a livello europeo da parte del Gruppo che riunisce i Garanti privacy dei 27 Paesi dell’Ue, le Autorità di protezione dati italiana, francese, tedesca, olandese, spagnola e inglese riunite in una apposita task force avevano avviato, con un’azione congiunta, procedimenti nei confronti di Google.
Il procedimento avviato dall’Autorità per la privacy francese ha confermato la violazione delle disposizioni in materia di protezione dati: a Google sono state date indicazioni sui principi da rispettare e sulle misure da adottare per rendere i trattamenti conformi alla normativa nazionale. Nei Paesi Bassi, l’Autorità si appresta a chiedere a Google di fornire chiarimenti, elementi e documenti, che una volta raccolti, confluiranno in un documento finale che potrebbe avere come esito anche l’eventuale irrogazione di sanzioni.
Un’istruttoria è in corso anche nel Regno Unito, dove il Garante è in procinto di rendere noti a Google i risultati dell’analisi preliminare condotta. L’Autorità di protezione dati di Amburgo ha instaurato un procedimento nei confronti di Google che potrebbe dar luogo a un provvedimento a carattere prescrittivo che imponga alla società l’adozione di specifiche misure per conformare i trattamenti alle norme nazionali. Anche in Spagna l’istruttoria aperta nei confronti della società di Mountain View è in corso di svolgimento. L’Autorità di protezione dati spagnola ha notificato a Google la propria decisione di avviare una procedura a carattere sanzionatorio per violazione dei principi cardine della normativa nazionale.