Alla fine dello scorso giugno gli utenti broadband globali erano
443,33 milioni, con un incremento del 3% rispetto al trimestre
precedente. Con riferimento agli ultimi 12 mesi il progresso è del
14,3%, che corrisponde a 63,6 milioni di nuovi abbonati. Un dato,
quello assoluto a metà 2009, che corrisponde a un tasso di
penetrazione sulla popolazione mondiale del 7,7% e al 28,2% delle
famiglie. Sono rilevazioni di Point Topic che è solito rilevare
periodicamente l’andamento di questa tecnologia.
Nella segmentazione per aree geografiche è l’Europa
occidentale a primeggiare con una quota di utenti del 26,68%,
seguita dal Sud Est asiatico (23,72%) e dagli Stati Uniti
(21,75%).
Da un punto di vista tecnologico la società americana di
ricerche di mercato rileva una crescita per tutee le tre
tecnologie del broadband. La Dsl rappresenta l’approccio
dominante con una share del 64,5%, ossia 286,34 milioni di linee.
Alle sue spalle si pone la tecnologia del cable modem con il
20,57% mentre la parte residua se la giocano altre tecnologie tra
cui la fibra ottica (Ftt) con il 12,67% che è anche quella che
nel nell’ultimo trimestre ha messo a segno la miglior
performance con un +4,77%. Per Dsl e cable modem, la prima
tecnologia molto diffusa in Europa, le seconda negli Stati Uniti,
gli incrementi sono stati rispettivamente del 2,67% e del 2,55%
sul trimestre precedente.
Negli Stati Uniti il cavo copre quasi il 90% delle utenze mentre
in Cina la tecnologia dominante è la Dsl nella misura del 70%
(il resto è fibra ottica).
La Cina si conferma il Paese con il maggior numero di utenti
broadband: 93,55 milioni e un progresso su base trimestrale del
4%. Seguono gli Stati Uniti con 86,23 milioni di abbonati
(+2,6%): insieme i due paesi rappresentano il 40% del mercato
mondiale. L’Italia occupa l’ottava posizione, preceduta oltre
che da Cina e Stati Uniti anche da Giappone, Germania, Francia,
Uk e Corea del Sud. La Cina è stato anche il Paese che nel
secondo trimestre 09 ha evidenziato il maggior numero di nuovi
utenti (3,66 milioni) inseguita dagli Stati Uniti con 2,25
milioni.
Per quanto riguarda l’Italia NetConsulting ha rilevato a fine
2009 una base di 12,05 milioni di utenti, con una crescita del
12,% rispetto a un anno prima. La quota Dsl era del 97%, quella
servita dalla fibra del 3 per cento.
In Italia meno del 20% degli abitanti ha una connessione a larga
banda a fronte di una media europea del 22,4%.
Uno studio delle università di Oxford pone l’Italia al 38esimo
posto nella classifica mondiale sulla qualità della banda larga
(in testa ci sono Corea del Sud e Giappone). Su una scala di 100,
il voto dato alla nostra connessione è stato 28,1, considerato
«sufficiente» per i servizi web disponibili oggi, ma ben al di
sotto di quella quota 50 ritenuta indispensabile per le
applicazioni dei prossimi 3-5 anni.
Anche per questo motivo, cime noto, il governo ha dato il via
libera ad un progetto da 1.470 milioni, di cui 800 milioni messi
a disposizione dallo Stato dallo Stato. Un impegno non da poco,
che se approvato permetterà di cancellare le disparità tra zona
e zona mettendo tutti i cittadini in condizione di navigare ad
almeno 2 mega «entro il 2012». I 2 mega sono solo un primo
traguardo: il secondo step del programma prevede un ulteriore
investimento di parecchi miliardi di euro per portare la
connessione a 50 mega. Ma qui si tratta più di una intenzione
per ora che di altro perché le risorse sono veramente tante e
Telecom Italia dovrà venire a patto con gli altri operatori per
una azione comune e stringere intese con enti statali in grado di
finanziare il progetto.