Il prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe esaminare
l'abrogazione dell'art. 7 della legge Pisanu
sull'obbligatorietà del deposito dei dati anagrafici sulle
reti wi-fi. Lo ha detto il ministro Renato Brunetta oggi a Venezia,
a margine di un convegno sull'innovazione. "Il ministro
Maroni – ha spiegato Brunetta – si è detto disponibile e penso che
dal prossimo Cdm si potrà liberare la rete".
Sul tema si era mosso anche il parlamento. Lo scorso 6 ottobre un
gruppo di deputati di entrambi gli schieramenti aveva presentato
una proposta di legge per l'abrogazione dell'articolo 7
delle legge Pisanu che obbliga un gestore di pubblico esercizio a
richiedere l'identificazione da parte dei suoi avventori per
l'accesso alla Rete a mezzo WiFi.
Promotori dell'iniziativa il responsabile delle Comunicazioni
del Partito Democratico, Paolo Gentiloni, Linda Lanzillotta (Api) e
Luca Barbareschi, appena nominato responsabile Tlc di Futuro e
Libertà per l'Italia (Fli).
In occasione dell'evento veneziano il ministro si è detto
deluso per l'accoglienza raccolta sino ad ora dal suo lavoro a
favore della modernizzazione del Paese. 'E' una battaglia
che comunque vincerò'' ha aggiunto il ministro.
''Un errore da evitare – ha spiegato Brunetta – è pensare
che l'innovazione vada avanti da sola. Sbagliato: produce
ridistribuzione di reddito e di potere ma ha tanti nemici. Ne so
qualcosa io che avevo pensato che innovare la Pubblica
amministrazione producesse plausi. Invece il risultato è
l'opposto: ho ottenuto reazioni tossiche, balzane e
stravaganti''.
Brunetta ha pescato a piene mani nel "cesto" degli esempi
che gli passano davanti quotidianamente: dalla scuola (''è
tutta in Rete, ma più di qualche banale dato amministrativo non si
trova'') alla sanità (''quella del centro nord è
un grande esempio di federalismo di successo, ma non c'è verso
che i medici utilizzino fascicoli sanitari o certificati on line: i
sindacati fanno le barricate''); dalla giustizia
(''a quando i documenti elettronici?) alle categorie
professionali (''sono milioni, giornalisti in testa, a
rifiutare la Posta elettronica certificata).
''Per me è uno choc – ha ammesso Brunetta – tutto dipende
dalla cultura della società civile che non ha fatto
dell'innovazione uno strumento di crescita. Non servono soldi
per utilizzarla, serve consapevolezza culturale".
Brunetta ha inoltre annunciato entro la fine dell'anno la
pubblicazione di un atlante fotografico sullo stato
dell'innovazione pubblica e privata in Italia e della sua
funzione nel dialogo tra i due comparti.
L'atlante, realizzato in inglese, con la collaborazione di
ministeri, enti locali e organizzazioni imprenditoriali
''dirà – ha spiegato Brunetta – dove si colloca il nostro
Paese nei confronti degli altri Stati che solitamente in questo
campo sanno raccontarsi molto più di noi. Verrà presentato in
tutte le sedi internazionali – ha aggiunto Brunetta – e sarà una
bella maniera di fare trasparenza anche nei confronti dei mercati,
favorendo in tal modo gli investimenti''.