CONNECTED CAR

Bt “blinda” le auto connesse contro gli hacker

La telco mette il proprio team di esperti a disposizione delle case automobilistiche. L’obiettivo finale è che siano immessi sul mercato soltanto veicoli con accessi al web sicuri, a prova di furti di dati e manomissioni

Pubblicato il 20 Apr 2015

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Un nuovo servizio di sicurezza sviluppato per verificare l’esposizione ai cyber attacchi dei veicoli connessi, e per aiutare tutti gli operatori del mercato a sviluppare soluzioni di sicurezza. E’ il “BT Assure Ethical Hacking per i veicoli“, souzione lanciata oggi da BT. “I veicoli connessi – spiegano dall’azienda – che possono essere non solo autovetture ma anche camion, autobus, bulldozer o qualsiasi altro tipo di veicolo commerciale, si avvalgono di una varietà di opzioni di connettività, tra cui Wi-Fi, collegamenti dati mobili 3G o 4G, Bluetooth e altre tecnologie wireless. Queste forniscono una serie di nuove funzionalità on board e di servizi a valore aggiunto, come i sistemi per prevedere ed evitare gli ingorghi, per ridurre le emissioni di anidride carbonica, per migliorare la sicurezza e le prestazioni del veicolo. I veicoli sono inoltre sempre più connessi attraverso sistemi elettronici come strumenti di navigazione, di infotainment e di monitoraggio della sicurezza”.

Proprio il proliferare di queste tecnologie “genera – commentano da BT – nuove preoccupazioni legate alla possibilità sia degli hacker di ottenere accesso e controllo alle funzioni e alle caratteristiche essenziali di tali veicoli sia di altri soggetti di utilizzare le informazioni sulle abitudini dei guidatori per scopi commerciali, senza che i guidatori stessi lo sappiano e acconsentano. Anche per i veicoli, come per tutti gli altri dispositivi connessi all’Internet of Things, la sicurezza e l’integrità dei dati sono di fondamentale importanza per impedire che si verifichino accessi non autorizzati o che venga assunto il controllo da remoto”.

Così grazie ai propri “ethical hacker”, che utilizzano un metodo standardizzato per testare i sistemi simulando attacchi di veri e propri hacker, segnalando le eventuali vulnerabilità e fornendo raccomandazioni su come proteggersi, BT vuole offrire consulenza a costruttori di autoveicoli, compagnie di assicurazione e altri attori del mercato automobilistico, “in modo da individuare e rimuovere le vulnerabilità prima che un nuovo veicolo venga messo sul mercato”.

“Nel giro di pochi anni la maggior parte dei veicoli prodotti sarà connessa a Internet o ad altre reti, per la navigazione, la manutenzione, il cooperative driving o per finalità di intrattenimento, e i conducenti si aspettano per tutto ciò la stessa usabilità dei loro smartphone – afferma Udo Steininger, head of assisted and automated driving at TÜV SÜD – Questo comporta per l’industria automobilistica sfide complesse, dal momento che le auto sono dotate di una serie di sistemi integrati che non sono stati progettati per essere connessi al mondo esterno. L’industria ha bisogno che fornitori, specialisti della sicurezza e organismi di certificazione uniscano le proprie forze, per condividere un approccio comune e definire le interfacce e gli standard di sicurezza per le Connected Car.”

“I veicoli sono ora dispositivi connessi, che pongono a produttori e fornitori un mondo di sfide legate alla sicurezza completamente nuovo – aggiunge Hubertus von Roenne, vice president global industry practices di BT Global Services – Ad esempio abbiamo visto automobili infettate da malware mentre si stavano ricaricando, perché nessuno si aspettava che ciò fosse possibile. Noi usiamo l’esperienza e le conoscenza dei nostri consulenti di Ethical Hacking per identificare queste vulnerabilità prima che lo facciano altri. BT ha decenni di esperienza nella sicurezza dei dispositivi connessi e dei sistemi embedded, in vari settori, e siamo molto orgogliosi di poter mettere ora a disposizione dell’industria automobilistica questa esperienza”.

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