Tra gli scenari possibili per il futuro di Bt in Italia compare anche l’ipotesi di una vendita e di un’uscita della multinazionale britannica dal mercato nazionale. Ad avanzarla è un’indiscrezione pubblicata domenica dal quotidiano britannico Telegraph, e ripresa oggi dal Sole24ore. Alla base ci sarebbe un viaggio in Italia di una delegazione del Cda di Bt group che risale a poche settimane fa, con il quale la società si sarebbe messa in contatto con il nuovo management italiano e sarebbe andata a fondo sullo scandalo “bilanci gonfiati” che ha coinvolto il ramo italiano dell’azienda. L’azienda avrebbe così iniziato a prendere in considerazione le possibili vie d’uscita, e nel ventaglio delle soluzioni, per la prima volta, è comparsa anche l’uscita dall’Italia cedendo gli asset a un concorrente: tra quelli potenzialmente interessati, secondo i rumors circolati finora, ci sarebbero Fastweb, Vodafone e Telecom Italia.
Se da una parte l’azienda non commenta la notizia, dall’altra il viaggio della delegazione del board in Italia evidenzia come la società voglia prendere in mano la situazione italiana e arrivare a una soluzione, dopo aver allontanato a ottobre i vertici locali, l’ex Ceo Gianluca Cimini e l’ex coo Stefania Truzzoli, per le “gravi irregolarità contabili nelle attività italiane”, su cui anche la procura di Milano sta indagando per falso in bilancio e appropriazione indebita.
Al momento in ogni caso l’uscita dall’Italia compare soltanto come una delle ipotesi in campo, una strategia che sarebbe ancora alle fasi iniziali del processo di valutazione. In tutto Bt conta in Italia su 1.200 dipendenti, su una rete in fibra da 17mila chilometri e su circa 50mila clienti in ambito enterprise, pari al 15% del mercato rete dati fissa, tra aziende e PA.