STRATEGIE

C’è Mediaset nel futuro di Telecom Italia?

Dopo il no di Vivendi il presidente Giuseppe Recchi non esclude possibili alleanze con il broadcaster: “Le nuove tecnologie accelerano la necessità di convergenza”. E su Gvt: “Non era conveniente rilanciare”. In serata ricevuto dal presidente Napolitano

Pubblicato il 01 Set 2014

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“Avevamo già avuto l’autorizzazione dal board a rilanciare ben oltre, ma come management abbiamo deciso di non farlo perché ritenevamo il nostro prezzo e la nostra struttura di offerta la migliore per essere approvata in assemblea dagli azionisti. Non c’è stato un problema di risorse della società. Semplicemente non avremmo creato valore per l’azienda andando oltre”. A 48 ore dalla fine delle ambizioni di Telecom Italia su Gvt, la società brasiliana per cui Vivendi ha deciso di trattare in esclusiva con Telefonica, il presidente della società italiana, Giuseppe Recchi, parla così in un’intervista ieri sul “Corriere della Sera”.

“Abbiamo avuto un confronto franco con Vivendi su logiche industriali”, ha spiegato Recchi. “Ho chiamato il presidente Bolloré per fargli i complimenti e dirgli che se mai dovesse decidere di diventare nostro azionista sarà il benvenuto”. Quanto al Brasile “il nostro ruolo è investire, e considerare anche operazioni straordinarie ove si presentassero opportunità”, ma ad oggi “non c’è niente all’attenzione del nostro board”, sottolinea il presidente del gruppo di tlc. Quanto ai soci italiani, Mediobanca, Intesa Sanpaolo e Generali, che hanno già manifestato l’intenzione di voler uscire “posso solo commentare quello che leggo. Questi soci hanno dichiarato di voler uscire e quando succederà – conclude Recchi – ne prenderemo atto”.

L’intervista è stata anche l’occasione per tornare sulla vecchia suggestione Mediaset e Telecom, oggi forse più concreta. “Se n’è parlato in passato ma il mercato – ha detto Recchi – non è mai stato pronto. Solo oggi con le nuove tecnologie la convergenza sta accelerando. I contenuti si fanno più sofisticati e il pubblico più esigente e questo fa sì che il mercato cambi. Non escludo nulla, ma come opportunità commerciali. L’interesse a livello di operazione sul capitale compete ai soci”.

Sulla possibile alleanza TI-Medaset è intervenuto anche Cesare Geronzi, presidente della Fondazione Generali: “E’ improbabile” che Vivendi decida di rientrare in Italia “se non si creano le condizioni perché Vivendi possa vedere nella convergenza fra telefonia e contenuti una grande opportunità. E perché ciò avvenga è necessario ampliare l’orizzonte. Chi è oggi che è dominante nei contenuti in Italia e non ha vincoli pubblicistici?” Mediaset.

“Per cercare di recuperare appeal agli occhi di Vivendi“, prosegue Geronzi, “occorre che nella partita, tutta da giocare, entri anche Mediaset. Non a caso, prima di lasciare l’Italia, Alierta si è assicurato un piede nel gruppo Mediaset con l’11% in Mediaset Premium. Per non sapere né leggere né scrivere, come si suol dire, Telefonica si è posizionata, uscendo da Telecom, nel gruppo privato di contenuti più importante del Paese, qual è Mediaset. Non si può escludere che nella trattativa fra Alierta e Bolloré si sia parlato anche di quella pur piccola partecipazione in Mediaset. Tarak è sempre un personaggio utile ed efficiente, ma è la tecnologia che qui comanda. Fra quattro o cinque anni, con la fibra, anche l’Italia diventerà un Paese dove i contenuti video e multimediali passeranno dal protocollo Internet e sempre meno dal satellite. Non a caso l’ingresso di Telefonica in Mediaset Premium è stato preceduto da un contratto fra Sky e Telecom per la vendita del bouquet di Murdoch via fibra”.

Un’eventuale business combination tra Telecom e Mediaset per gli esperti di Equita Sim è “un’ipotesi che non pare supportata da argomenti concreti e che non riteniamo sia di ovvia strategicità per Telecom Italia”. A detta degli analisti, di Kepler Cheuvreux Telecom Italia potrebbe essere solamente interessata alle attività Pay Tv di Mediaset. In ogni caso, proseguono gli analisti, sarà importante per l’azienda avere una strategia indipendente per la distribuzione dei contenuti media nella sua rete.

Sul Brasile, invece, gli esperti credono che Tim Brasil non possa preservare il suo valore come puro player mobile e una combinazione rappresenta quindi un esito naturale. Tuttavia, proseguono gli analisti, la mossa di Telefonica su Gvt riduce le alternative per Telecom Italia e il premio in caso di eventuale spezzatino di Tim Brasil è diminuito. In Kepler Cheuvreux credono anche che i ridotti timori su un aumento di capitale e le attese di M&A in Brasile possano fornire dell’upside nel breve termine a Telecom, ma in un orizzonte piú lungo i recenti sviluppi ne hanno ridotto il potenziale. Secondo un altro analista l’ipotesi di un’alleanza Telecom/Mediaset rappresenta una prospettiva non nuova “ed è normale che oggi se ne parli. Comunque un conto è parlare di un’alleanza commerciale e un conto è considerare eventuali operazioni sul capitale con Mediaset. La prima prospettiva non sarebbe impegnativa da concludere, visto che Telecom ha già implementato un accordo strategico con Sky che sarà live dal 2015, e porterebbe sicuramente dei benefici nel breve periodo. Il discorso legato ad eventuali operazioni sul capitale con Mediaset, invece, sarebbe piú complicato da portare avanti e sicuramente non sarebbe possibile a breve”.

A detta di un gestore, invece, “la possibile partnership sarebbe da considerare come una naturale evoluzione di business per Telecom”. L’alleanza con Mediaset avrebbe quindi un senso industriale con potenziali sinergie da cogliere.

Intanto è stata diffusa diffusa la notizia che Giuseppe Recchi è stato ricevuto questo pomeriggio dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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