Per dotare dieci milioni di famiglie italiane di collegamento in
fibra ottica occorre investire dieci miliardi di euro di fondi
pubblici in cinque anni. È questa la cifra che Francesco Caio
mette sul piatto per cablare tutto il Paese e che avrebbe
inserito anche nel suo rapporto. Ad anticipare i dettagli della
preview l’ultimo numero di Panorama. Nel rapporto il consulente
del governo rileva che “la copertura del servizio Adsl risulta
superiore al 95% ma eliminando le zone dove la copertura non è
disponibile per problematiche tecniche o dove il servizio è solo
marginale (banda minima inferiore a 1 mb), la popolazione in
digital divide sale al 12% pari a 7,5 milioni di cittadini".
Come reagire a questa situazione? Come già era filtrato qualche
tempo fa, Caio suggerisce lo scorpora della rete Telecom e un
intervento di finanza pubblica “indispensabile per estendere la
rete in aree in cui la bassa densità non giustifica
l’intervento dei gestori”. Si tratta, in buona sostanza, di
adottare il cosiddetto “modello scozzese”, che prevede di
dividere il territorio in aree per ognuna delle quali mettere a
gara la copertura, stabilendo un massimo di fondi pubblici.
Per quanto riguarda la fibra ottica Caio sostiene che è “la
velocità di investimento osservata non appare sufficiente per
assicurare la Paese una posizione di leadership internazionale”
e che “ non ci sono motivi per cui i gestori accelerino i piano
di investimento. Il consulente si riferisce in partcolar modo a
Telecom. “È difficile vedere come la Telecom possa accelerare
i suoi piani razionalmente ispirati alla logica
economico-finanziaria e alla prudente gestione – si legge nel
rapporto – tanto è vero che gli investimenti "sono stati
rivisti in riduzione per gli anni 2009-2010".
Conclusione? Se non si vara un importante piano di investimenti
– 10 miliardi in cinque anni appunto – la competitività del
sistema paese si eroderà giorno per giorno.